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“Si certo, il Coronavirus ha alimentato una spirale negativa per il Paese, ma c’è stato anche qualche fenomeno opposto: qualche spiraglio di luce. Per esempio noi che ci occupiamo delle filiera agroalimentare per Confcommercio e che nel settore forniamo servizi alle società di quest’area, possiamo dire che abbiamo avuto incrementi produttivi simili a quelli che di solito si riscontrano nel periodo natalizio”.

A dichiararlo Claudio Salluzzo, Segretario di Assofood di Confcommercio, un sindacato, un’associazione di categoria, del settore alimentare; settore che paradossalmente ha fatto registrare “un incremento occupazionale proprio nel periodo in cui i posti di lavoro cominciano a perdersi” – aggiunge ancora Salluzzo. Una congiuntura positiva motivata dal fatto che la principale paura degli italiani davanti al lockdown è stato quello di munirsi dell’adeguato vettovagliamento a fronte dei giorni di blocco totale, in cui non era consentito respirare sui balconi di casa senza incorrere nello zelo di qualche delatore che prontamente convocava le forze dell’ordine per fermare l’eversore di turno. Lo stesso segretario per altro indica, nell’intervista che potete vedere qui sotto, anche la grande criticità che il segmento del food sta subendo: la carenza di danaro. Il lockdown ha chiuso i rubinetti in entrata per le imprese ma non quelli in uscita, pretendendo lo Stato il regolare balzello annuale, più normalmente conosciuto come tasse. Proprio questo induce lo stesso Salluzzo a determinare come assolutamente necessario l’erogazione di quella liquidità che il Governo ha più volte annunciato ma che non e6mai arrivata.

“Noi stiamo aspettando, ma di tempo non ce n’è più” dice ancora il Segretario di Assofood. “In questo mi sento di seguire le linee guida del Presidente Carlo Sangalli, il quale ha invocato più volte che le promesse del Governo Conte diventino realtà; per quanto difficile in un momento in cui a causa della contrazione dei consumi entrano meno soldi nelle casse dello Stato”

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“Vogliamo fare i medici ma l’imbuto formativo ce lo impedisce” https://www.milano-positiva.it/2020/06/01/vogliamo-fare-i-medici-ma-limbuto-formativo-ce-lo-impedisce/ Mon, 01 Jun 2020 06:12:47 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=3617 La processione comincia verso le 10.30 del mattino. E il piazzale davanti alla Stazione Centrale e al Palazzo della Regione si tinge di bianco. Sono i giovani medici della Regione […]]]>

La processione comincia verso le 10.30 del mattino. E il piazzale davanti alla Stazione Centrale e al Palazzo della Regione si tinge di bianco. Sono i giovani medici della Regione Lombardia. Ragazzi che hanno appena ottenuto l’abilitazione dopo enormi sacrifici,
dopo essere stati costretti a subire l’arbitrio di quanti, sopra di loro, hanno suggerito di andarsene all’estero.

Dopo essere stati costretti a leccare le scarpe al Direttore Sanitario di turno, di classica nomina politica, paracadutato per il tempestivo quanto consueto andazzo di far governare la sanità alla politica. Cosi funziona in Italia. Si avanza in funzione di simpatie ed antipatie, per rancori personali, piccole o grandi vendette, per incontri amorosi o lussuriosi amplessi proibiti, che generalmente penalizzano il merito. Cosi può capitare di sentirti raccontare dai medici più giovani che “la sanità pubblica è stata abbandonata a favore di quella privata” , che “ad un certo punto in piena emergenza Covid venivano chiamati i medici in pensione mentre noi restiamo al palo”.
“Vogliamo fare i medici,perché noi amiamo il nostro Paese, ognuno di noi lo ama, ma non si capisce perché ci venga continuamente suggerito di andarcene all’estero dove si guadagna di più e si lavora meglio”

Sono medici, quelli che si sono raccolti in 20 piazze italiane “perché non potevamo starcene zitti, e non potevamo stare zitti davanti al Governo Conte e alla Regione Governata da Attilio Fontana”.

“Se non ci specializziamo non possiamo entrare nei reparti ed essere medici a tutti gli effetti”. Eccola la sanità lombarda, quella pubblica, che alza la voce dopo che 15 mila morti ci hanno lasciato “e voi non potete capire cosa ti rimane negli occhi dopo aver visto le bare essere portate via dai militari”

“Se non entriamo nei corsi di medicina generale non possiamo essere sul territorio, negli ambulatori”

“Per troppi anni abbiamo lamentato carenza di personale che l’emergenza Covid ha scoperchiato”.

Questi medici chiedono di poter fare quello che è stato loro impedito a più livelli: nazionale e regionale. Cosa intende fare, ministro Speranza? Cosa intende fare Governatore Fontana? Togliamo l’imbuto?
O non si può dire? O è meglio starsene zitti, perché non dobbiamo fare salire la tensione?

Nell’intervista l’unico consigliere regionale che dialogherà con loro è Michele Usuelli di + Europa. L’unico.

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La scienza non è esatta, o forse sì, o forse no https://www.milano-positiva.it/2020/04/24/la-scienza-non-e-esatta/ Fri, 24 Apr 2020 08:56:45 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=3412 La scienza non è esatta. Eppure la decisione pare presa, ed in modo irreversibile. Uomini e donne con oltre 60 anni non potranno uscire di casa e dovranno osservare il […]]]>

La scienza non è esatta. Eppure la decisione pare presa, ed in modo irreversibile. Uomini e donne con oltre 60 anni non potranno uscire di casa e dovranno osservare il lockdown anche dopo il 4 Maggio.La decisione pare presa, ed in modo irreversibile. https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/coronavirus-lappello-di-fiorello-ai-coetanei-60enni-siamo-a-rischio-estinzione-come-i-panda-stiamo-a-casa/5780333/

Una decisione che contravviene non solo il buon senso ma anche i principi costituzionali, alla luce del fatto che la libertà personale è riconosciuta come inviolabile ed è per questo tutelata.
Qualcuno obietterà che proprio la costituzione stessa riconosce il diritto a possibili limitazioni se questo sia posto in essere a tutela della salute. (Art 13)

Tuttavia proprio il contemperamento di due diritti diversi, quello alla libertà personale e quello alla salute impongono un’ulteriore riflessione. Chi stabilisce quando la salute pubblica possa essere compromessa?
La risposta è, almeno in questo caso, la scienza. La scienza allora è perfetta? Davvero con rigore geometrico identifica le cause di un possibile malessere e le contromisure da adottare? La risposta è nei fatti: la scienza per definizione è confutabile. Non c’è nulla che possa definirsi certo, quando si parla di scienza. È per questo che la ricerca offre un importante contributo: perché testa le asserzioni della scienza stessa e tende a confutarle.

Nel caso del Coronavirus la stessa scienza ha detto che si trattava di una semplice influenza. Poi che non servivano le mascherine. Quindi che colpiva solo le persone over 70. Poi ha aggiunto che era una malattia esclusivamente polmonare. Nell’arco di un mese tutte queste tesi sono state smentite.https://www.facebook.com/514988902278620/posts/982221205555385/

Nel volgere di breve l’osservazione empirica ha dimostrato che non colpiva solo gli anziani, che non era solo una malattia polmonare, e che le mascherine servono. Sulla base di che cosa dunque asseriamo la legittimità a fermare gli over 60? Quanti sono i 60enni in grado di essere molto più attivi di ventenni svogliati? Chi stabilisce che un sessantenne che osserva un buon regime alimentare e si allena con regolarità, facendo qualche buon set a tennis oppure di corsa, avrebbe un fisico più immunodepresso di un trentenne che tira di cocaina o che passa il suo tempo a fumare Marijuana mentre lavora?

Un piccolo ma rilevante contributo viene dal Galles. Un malintenzionato tenta di aggredire una persona di 77 anni allo sportello bancomat alle 6.00 del mattino. Come mostrano le immagini di YouTube che arrivano da Colchester in Gran Bretagna, il 77 enne aggredito, reagisce al malvivente. E mentre si appresta a boxare, invita il ragazzino a farsi sotto.

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A proposito di Covid-19 e imprenditori, c’è stile e stile https://www.milano-positiva.it/2020/03/30/a-proposito-di-covid-19-e-imprenditori-ce-stile-e-stile/ Mon, 30 Mar 2020 09:29:36 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2910 Imprenditori, c’è stile e stile: “Nessuno incontri nessuno”, ha detto poche ore fa un noto medico di un noto ospedale lombardo, invitando la gente ad evitare qualunque contatto. Stare a […]]]>

Imprenditori, c’è stile e stile:

“Nessuno incontri nessuno”, ha detto poche ore fa un noto medico di un noto ospedale lombardo, invitando la gente ad evitare qualunque contatto. Stare a casa, è l’unico modo di debellare questo virus.
In effetti cominciano a vedersi dei piccoli risultati, ma forse sarà opportuno fare qualche riflessione

La prima: in Lombardia i vertici della Regione dispensano ottimismo a piene mani. Non gliene faccio un torto. È importante pensare positivo. Anche a Roma, sponda Governo, dispensano ottimismo.

Domenica sera è stato curioso osservare il siparietto tra il Ministro Speranza e il duo Fazio – Burioni in collegamento da Milano. Da Milano infatti, in modo pressante, veniva continuamente chiesto di fare i tamponi agli asintomatici a casa. Da Roma il ministro rispondeva: “l’Organizzazione mondiale della Sanità dice nei suoi protocolli che non serve.”

Mi domando: chi comanda in Italia?
Quanto pesa mediaticamente quest’insistenza verso Roberto Speranza, alla luce del fatto che il Ministro si attiene a delle linee guida internazionali? Chi dovrebbe chiedere all’OMS di rivedere i suoi protocolli? Un politico, o un medico che ha in questo momento un enorme potere, scientifico e mediatico?

Perché in termini medici può pesare molto di più la presa di posizione di un illustre medico riconosciuto a livello internazionale, di un burocrate, per quanto ministro. Perché, chi di dovere, cioè il mondo scientifico italiano, a partire dal suo più illustre e valente scienziato presente in studio, non fa sentire la sua voce a livello internazionale?

Seconda osservazione: è passato un mese e nove giorni da quel 21 Febbraio in cui tutto è cominciato. Ci sarebbero stati, è lecito ancora dubitarne secondo quanto dice l’Istituto Superiore di Sanità, più di 10.000 morti per il Covid-19.

Centomila persone, ma i medici concordano nel dire che i numeri sono dieci volte superiori, cioè un milione, avrebbero o avrebbero avuto il Covid -19. Qualcuno è responsabile?

Qualcuno ne risponde nel Paese, di questa tragedia umanitaria? Qualcuno che ha responsabilità amministrative pubbliche, risponde della mancata attuazione di un piano emergenziale in caso di catastrofi? Del fatto che dopo 40 giorni dall’evidenza empirica della presenza del virus, manchino ancora le mascherine, i camici, i respiratori polmonari, qualcuno di tutto questo risponde ed è responsabile, oppure abbiamo scherzato?

Sulla TV del servizio pubblico è possibile reperire colleghi che abbiano la forza dell’indignazione popolare in grado di manifestare lo sdegno che ho raccolto io ascoltando parte del popolo bergamasco, cui sono stati anche sottratti i corpi dei propri parenti defunti, cremati, senza neppure sapere dove si trovino le ceneri?

Perché non è che possiamo fare finta di nulla. Mancano persino medici ed infermieri negli ospedali, ma nessuno dice “abbiamo sbagliato”. Ci sono 34 medici che sono morti per fare il loro dovere: salvare vite umane. E secondo quanto riferiscono le cronache si sarebbero infettati in ospedale. Di più: alcuni ospedali avrebbero dichiarato di essere sul punto di dover chiudere a causa del fatto di essere diventati un focolaio della malattia.

Di grazia: tra Governo centrale e governo lombardo, ci saranno delle responsabilità, o no? E volendo anche posporre questa ricerca di verità a quando l’emergenza sarà finita, possiamo chiedere che i milioni di mascherine che mancano, le centinaia di respiratori che ancora non ci sono, arrivino, approssimato per difetto, entro le prossime 24 ore?

Perché a me risulta che invece i milioni di mascherine manchino ancora; che la decisione di convertire la produzione autoctona di tessuti in mascherine non si possa ancora attivare a causa di ritardi burocratici e che in tanti ospedali dovranno cavarsela da soli.

Ancora un’altra osservazione. Nelle scorse ore un noto, notissimo, imprenditore ha fatto un video per la sua rete vendita. Li ha spronati a vendere perché i suoi giornali, la sua televisione e il sito del giornale stanno facendo grandi numeri grazie a questa tragedia.

Lui si sente come agli albori della sua attività d’imprenditore, dice. E snocciola tutti i soldi che sta raccogliendo in pubblicità. Il video circola, l’hanno visto in tantissimi. “Guadagneremo più dello scorso anno malgrado quanto accade”. Il giornale di famiglia non ha ancora detto nulla Il sito ha postato una breve nota. La TV, non so.

I noti personaggi che lavorano per lui e che sanno che sono queste le leggi che governano il loro lavoro, non sentono di dire una parola (almeno, non ancora). Qualcuno, sui social, persino lo giustifica. Altri lo difendono: “crea lavoro”, “parlava alla sua rete vendita”.

A me è parso inappropriato e, lo voglio dire a chi mi ha minacciato di querela, costringendomi a togliere il video pubblicato su Youtube, non da me, che trovo questo modo di essere assolutamente privo di etica e di qualunque forma di rispetto umano che si deve alle migliaia di vittime di questi giorni. Semplicemente perché penso che ci sono momenti in cui bisogna posporre il profitto anteponendo il momento del lutto, del silenzio: per celebrare un momento di dolore collettivo.

Si può dire al telefono in modo riservato ad un amico, qualche minuto dopo un terremoto che ha fatto centinaia di vittime, di stare sorridendo per tutto il business che si potrà fare nelle settimane successive; altri ritengono di dover motivare la rete vendita a cogliere il momento della tragedia per cavalcare l’occasione data da 10.000 morti. Ho letto che lo stesso imprenditore avrebbe fatto un nuovo video, per spiegare il senso del suo intervento, cercando di mettere una pezza ad un passo che evidentemente lui stesso pensa essere stato sbagliato.

Poiché non sono uno che con furia iconoclasta attacca impropriamente le persone e siccome so che più che giudicare è meglio provare a dare delle soluzioni, nella vita, vi propongo modestamente questa.

Nel video che vedete qui sotto c’è un noto e facoltoso imprenditore lombardo. Si chiama Roberto Bernardelli, è titolare di due alberghi nel centro storico di Milano. Alberghi colpiti duramente dai provvedimenti del Governo. Ieri, domenica 29 Marzo, ha deciso di distribuire pasti caldi ai cittadini pensionati dell’Area C di Milano, in difficoltà economica in questo momento.

Il giorno in cui vedrò il noto imprenditore di cui sopra, prendere la macchina e distribuire pasti caldi pagati con i suoi soldi, mentre la sua azienda è ferma per motivi sanitari nazionali come quella di Roberto Bernardelli, mi pregierò di scriverne con stima e apprezzamento. Per il momento esercito il mio diritto, ex art. 21 della Costituzione, di manifestare un profondo senso di disgusto verso la totale insensibilità mostrata.

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2020/03/25/covid-19-i-comandanti-in-capo-colpiti-le-imprese-abbandonate/

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Si sperimenta l’Avigan: ringraziate Jeeg Robot d’acciaio https://www.milano-positiva.it/2020/03/24/avigan-grazie-a-jeeg-robot/ Tue, 24 Mar 2020 08:21:23 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2824 Il Governatore della Regione Lombardia, previa autorizzazione dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco, ha comunicato che sarà autorizzata la sperimentazione del farmaco Avigan. Lo si deve alla competenza di qualche luminare dell’Agenzia […]]]>

Il Governatore della Regione Lombardia, previa autorizzazione dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco, ha comunicato che sarà autorizzata la sperimentazione del farmaco Avigan.

Lo si deve alla competenza di qualche luminare dell’Agenzia del farmaco? O forse al laziale del San Raffaele che a breve inaugurerà una nuova terapia intensiva grazie al rapper e alla sua compagna fashion blogger de noantri?

Macché. Lo si deve ad un Tizio, che si chiama Cristiano Aresu. E che sabato scorso ha fatto un video con un cellulare dal centro di Tokyo, mostrando che la città, un mese fa svuotata, dice lui, anche se alcuni hanno smentito dicendo che non vi sono state misure cautelative come qui in Italia, la gente andava in giro tranquillamente.

E da cosa sarebbe dipeso questo girovagare incontrollato nel paese nipponico? Sostanzialmente dal fatto che sarebbe stato dato ai malati un farmaco: l’Avigan. Dato in pillole, in quattro giorni guarirebbe il Covid.

Il giovane Cristiano spiega anche come: viene dato a chi ha i primi segni della malattia. Per chi arriva tardi neppure l’Avigan funziona.

Forse Cristiano fa il medico e per un colpo di fortuna si trovava lì per un convegno internazionale? Forse è un inviato dell’Aifa? Forse lavora con qualche noto virologo assunto alle prime pagine della nazionale stampa tricolore, cui ha poi riferito l’importante notizia?

No, Cristiano si occupa di cartoni animati, ne è un cultore ed un esportatore. Si trova lì forse per acquistare una certa dote di questo materiale. Di Avigan probabilmente ne sa quanto ne so io. Dobbiamo la scoperta che esiste un farmaco che potrebbe funzionare ad un turista di passaggio a Tokyo per lavoro. Insomma ad un fan di Goldrake, di Capitan Harlock, di Mazinga e Jeeg robot d’acciaio. Questa è l’Italia.

E i medici, la ricerca, i dottori, gli esperti, i virologi? Nessuno sapeva, nessuno riteneva almeno di avvisarci? Visto i quasi seimila morti nessuno ha ritenuto di dover informare il nostro sistema sanitario che esisteva l’Avigan? O forse nessuno lo sapeva? O forse a nessuno interessava saperlo?

Perché fa specie osservare che è bastato un turista ad attivare l’Agenzia del Farmaco e nessun medico, nessun specialista.

Del resto in un Paese farlocco come il nostro la competenza viene considerata una cosa inutile, vale molto di più il fai da te. Il video odierno in stile Dolce e Gabbana di Guido Bertolaso, che si toglie la mascherina davanti alla telecamera, in un’area del neopadiglione completamente sgomberata e privo di personale è particolarmente significativa. Annuncia che per la fine della prossima settimana sarà pronto il padiglione. La fine della prossima settimana sono 15 giorni a partire da oggi. A fronte delle centinaia di persone che ancora muoiono e con le terapie intensive ormai sature, è una dichiarazione grave e drammatica. Tra l’altro per questo fine settimana non riusciranno ad essere più di 25/40 i posti pronti, perché ancora manca tutto. Dai letti, ai respiratori, alle mascherine. Siamo in fase acuta e ancora in Regione non c’è quello che serve. Ma l’Assessore Giulio Gallera, si presenta davanti alle telecamere con un sorriso a 32 denti, pieno di ottimismo, nel giorno in cui ci sono 320 morti.

Non è tutto. Nei giorni scorsi vi dicevo dei dati relativi alle morti per e con il Covid. Giulio Tarro, virologo di fama internazionale ha confermato quanto sostengono i numeri dell’Istituto superiore di sanità: la tragica contabilità che riguarda il nostro paese ha un surplus di morti da Covid che non sono scientificamente dimostrati. (https://www.facebook.com/514988902278620/posts/956455474798625/)

In un Paese serio il ministro della Sanità, e tutti coloro che sostengono che i morti con Covid lo sono per quello, verrebbero fatti dimettere alla velocità della luce.

C’è un’altra testimonianza importante in queste ore: è quella del Prof. Andrea Crisanti virologo dell’Università di Padova che ha spiegato in modo illuminante le ragioni del fallimento del nostro sistema sanitario, definito eccellente, in Lombardia e Veneto. (https://www.globalist.it/science/2020/03/22/crisanti-epidemia-di-coronavirus-in-italia-numeri-inesatti-male-contenimento-e-monitoraggio-di-positivi-2054890.html?fbclid=IwAR3MNq2OPYZx64Np2faAlYBjAVCO-mJvv2DrW4seJdrr5Bcwz4M_rnbV490)

Ed insieme a lui un’altra persona che mi ha aiutato a capire le ragioni di quanto sta accadendo è Angelo Capelli, ex vice presidente della Commissione Sanità in Regione Lombardia. Entrambi infatti, in momenti diversi, hanno spiegato che il problema delle gravi inefficienze si è prodotto non per la carenza del sistema sanitario pubblico, non sostenuto da quello privato convenzionato. Perché in realtà anche il privato nella misura in cui ha potuto ha dato il suo sostegno. Il vero problema è la mancanza della sanità territoriale, ovvero di quei presidi poliambulatoriali, che avrebbero consentito di smaltire più facilmente l’enorme mole di positivi che si è riversata tutta insieme nei nosocomi del nord arrivando a intasare gli ospedali.

Dice Crisanti:

“Questo parte tutto dallo studio di Vo perché abbiamo dimostrato che al momento del primo contagio abbiamo trovato che il 3% della popolazione era positiva. Che è una enormità. Una fetta ampia di queste persone era asintomatica. Non solo. Nel secondo screening abbiamo dimostrato che persone che vivevano con persone positive asintomatiche si sono a loro volta infettati. Quindi gli asintomatici tramettono il virus, non ci sono dubbi. E’ chiaro che una delle sfide che abbiamo in questo momento è trovare gli asintomatici oltre che preoccuparci e curare i sintomatici. Quindi noi vogliamo rafforzare la sorveglianza sul territorio. E fare quello che finora non si è fatto. Sorveglianza attiva sul territorio il che significa che se una persona chiama e dice io sto male, invece di lasciarla sola a casa senza assistenza senza niente, noi con la unità mobile della croce rossa andremo lì, faremo il prelievo alla persona, faremo il tampone ai familiari, faremo il tampone agli amici e al vicinato, perché è là intorno che c’è il portatore sano, è là intorno che ci sono altri infetti. Punto.”

Evitare i contagi sarebbe stato possibile se la medicina del territorio ci fosse stata e avesse avuto un po’ di cultura epidemiologica. Se si fossero fatti i tamponi nei luoghi in cui si determinano i focolai, allora avremmo potuto isolare gli asintomatici che sono la causa delle centinaia di morti nel bergamasco e nel bresciano. Per fare questo però sarebbero occorse le competenze. Per intenderci: sarebbe bastato fare come a Vo per impedire che accadesse quello che è poi accaduto, dice Crisanti. Avremmo però dovuto disporre di tamponi, mascherine, strumenti di protezione, medici, infermieri. Tutte cose che sono mancate e che hanno cagionato le centinaia di decessi, sebbene al riguardo ritorna in considerazione il famoso conteggio di cui sopra.

Adesso però grazie a Goldrake,e al suo Avigan forse potremo salvare vite umane.

Mangia libri di cibernetica ed insalata di matematica e a giocar su Marte va. Ufo robot, è il miglior viatico per capire un Paese di alieni.

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Covid -19, Ci Dovete Delle Spiegazioni https://www.milano-positiva.it/2020/03/23/covid-19/ Mon, 23 Mar 2020 08:11:39 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2802 La situazione di emergenza a causa del Covid-19 è stata dichiarata lo scorso 1°Febbraio del 2020 e all’art 1 indicava che sarebbe durata 6 mesi, ovvero fino al prossimo 31 […]]]>

La situazione di emergenza a causa del Covid-19 è stata dichiarata lo scorso 1°Febbraio del 2020 e all’art 1 indicava che sarebbe durata 6 mesi, ovvero fino al prossimo 31 Luglio 2020. La pubblicazione si trova in Gazzetta Ufficiale con delibera del Consiglio dei ministri(*). Dunque che ci sarebbe stata una situazione di emergenza nazionale il Governo lo sapeva dall’inizio del mese scorso ma ha attuato le prime direttive il 21 di Febbraio.

Tre settimane in cui il Covid-19 ha circolato senza problemi e senza ostacoli. Qualcuno, al Ministero della salute ci deve una spiegazione. Come si fa in piena emergenza a non emettere provvedimenti straordinari a tutela della popolazione?

Seconda spiegazione dovuta: tre settimane fa in Regione Lombardia i sindaci di Alzano Lombardo e di Nembro (BG) chiedono di poter ottenere la zona rossa e chiudere tutte le imprese. Ma nè il Governo(**) nè la Regione intervengono per procedere alla costituzione della zona rossa per arginare il Covid-19 come accaduto a Codogno. Perché nessuna istituzione è intervenuta per ordinare la chiusura della zona?

Terza spiegazione: in un comunicato firmato dal Consigliere regionale Michele Usuelli di + Europa, Radicali italiani

“La grande maggioranza degli ospedali lombardi sono oggi luoghi di contagio, ad altissima velocità di contagio.

Una delle ragioni per l’iniziale esplosione di Covid-19 in Lombardia ed in altre regioni è stato il contagio comunitario, in particolare negli ospedali. In quelle condizioni, la velocità di raddoppio del virus cresce fortemente, come insegnano i casi del passato e come riscontrato anche per il nuovo coronavirus; inoltre, anche quando il virus si è diffuso e la crescita dei casi di Covid-19 avviene soprattutto in ambito extraospedaliero, all’interno degli ospedali si mantiene una rapida cinetica di infezione ad alta carica virale che coinvolge e decima il personale sanitario ed i pazienti già ricoverati, aggravando la crisi epidemica. Ad oggi in Lombardia su 100 positivi, 12 sono personale sanitario.”

Le strutture sanitarie, salvo lodevoli eccezioni, non sono attrezzate per il controllo ed il contenimento delle malattie infettive in ambito ospedaliero, così come non sono preparati i medici, i quali da generazioni non hanno visto un’epidemia come l’attuale.”

Dice ancora il comunicato stampa:

“Chiunque, a qualunque titolo entri in ospedale deve essere considerato e considerare sé stesso potenzialmente infetto.
È indispensabile l’autocontenimento del personale sanitario, cui è necessario fornire strutture ricettive specifiche per ritirarsi dopo il lavoro, evitando così il fai da te domestico ed aiutandolo a non contagiare le famiglie. E come spesso accade, in caso di marito e moglie medici, aiutarli nella gestione della loro famiglia.
Chi entra in ospedale deve essere tracciato in tempo reale, anche con app simili a quelle che usano i riders.
I sanitari devono essere sorvegliati con tamponi seriali. Indipendentemente dalla capacità di ogni regione nel restituire il risultato del tampone, la priorità insieme al paziente sintomatico deve essere il tamponamento del personale sanitario.”

“Queste le conclusioni di un lavoro di approfondimento congiunto che ho fatto con il prof. Enrico Bucci e alla Associazione Luca Coscioni, e che esporrò domani, lunedì, alla riunione dei capigruppo del consiglio regionale della Lombardia, chiedendo la convocazione urgente di un consiglio regionale per martedì (o al più presto), dato che il Parlamento della Lombardia non si riunisce da 2 settimane.”

Enrico Bucci, è tra l’altro PhD Adjunct Professor in Systems Biology Sbarro Health Research Organization, c/o Temple University

Com’è possibile che un medico che lavora in terapia intensiva come Michele Usuelli, oggi consigliere regionale in Lombardia, dichiari che chiunque entra in ospedale deve considerarsi potenzialmente infetto? È vero? I nostri medici e i pazienti che sono negli ospedali devono considerarsi potenzialmente affetti dal virus? Anche quelli entrati per altre patologie? Non è gravissimo?

Si può sapere esattamente come sono rilevati i decessi di questi giorni? Sono fatte oppure no le autopsie a coloro che decedono? Di cosa sono morti? Se dal Covid-19 si può anche guarire, coloro che muoiono invece, lo sono a causa del virus? Si o no? Perché fa un certa differenza e giustifica o non giustifica determinate misure adottate. Soprattutto quando è l’Istituto superiore di Sanità a dire che su 355 decessi, solo 3, ad oggi, tra le vittime, lo sarebbero per Covid -19

Una risposta ce la deve anche l’Aifa che è l’agenzia del farmaco. Dopo che un turista italiano ha fatto delle riprese del centro di Tokyo due sere fa con tantissima gente per strada, dimostrando superata l’emergenza Coronavirus che pure c’era il mese scorso, Cristiano Aresu, questo il nome del turista italiano, ha spiegato che a Tokio stanno usando un farmaco: l’Avigan. Prontamente l’Aifa ha spiegato che il farmaco in Italia non è testato, e sarebbe per questo considerato inadeguato per i possibili effetti collaterali, ma la stessa Aifa avrebbe confermato che la sperimentazione sarebbe in corso nel Paese nipponico e anche in Cina. Anche il ministro della salute cinese ha confermato l’uso del farmaco che ha dato risposte positive. Per cui non si capisce perché Aifa dichiara inadeguato un farmaco che in altri Paesi è testato, usato e sta dando risultati. Perché a meno che in Giappone non vivano Venusiani, i cittadini giapponesi sono terrestri tanto quanto quelli italiani attualmente ricoverati. Aresu, il cittadino italianoche si trova a Tokyo, ha detto che il farmaco guarirebbe in quattro giorni. L’Aifa ha convocato urgentemente la propria direzione ed chiesto di parlare con il Governo? No. Ha deliberato che convocherà solo per oggi, Lunedi 23 marzo, il proprio consiglio per decidere se ammettere l’uso del farmaco. Una domanda: visto che a Bergamo e Brescia muoiono come mosche non sarebbe stato il caso di convocare all’istante, vista l’emergenza, l’Agenzia per deliberare come e dove trovare il farmaco e come eventualmente provare la sperimentazione?

Un’ultima domanda: chi decide chi come e a chi fare un tampone? Perché molti medici in prima linea non sono stati testati, mentre Paolo Maldini e il figlio sono stati subito testati? Con il rispetto dovuto ad un’icona del calcio che aveva tutto il diritto di essere indagato, si può sapere chi decide chi fa i tamponi?
Chi decide che i medici che curano, no, e i calciatori della Juve, sì?

(*) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/01/20A00737/sg

(**)https://www.google.it/amp/s/bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_marzo_07/coronavirus-bergamo-niente-zona-rossa-nembro-alzano-lombardia-blindata-regole-e4e363e6-60aa-11ea-8d61-438e0a276fc4_amp.html

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Coronavirus: “Restate a casa”, ma la gente deve lavorare https://www.milano-positiva.it/2020/03/19/restate-a-casa-il-mantra-di-chi-poi-obbliga-la-gente-a-lavorare/ Thu, 19 Mar 2020 09:33:17 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2788 I giorni passano. Si allunga la lista nel conteggio delle persone scomparse a causa (anche) del Coronavirus, sono 2978, dei contagiati, dei malati, di coloro che si trovano in terapia […]]]>

I giorni passano. Si allunga la lista nel conteggio delle persone scomparse a causa (anche) del Coronavirus, sono 2978, dei contagiati, dei malati, di coloro che si trovano in terapia intensiva.

Basterebbe guardarsi attorno, avere un minimo di capacità critica e di coscienza, per capire che qualcosa non torna.

Passeggiavo a spasso con il cane, attività ancora consentita per legge, e contavo quante categorie sociali in queste ore lavorano. Proviamo a contarle: ci sono i tabaccai e i farmacisti. Gli operatori ecologici, che una volta chiamavamo spazzini. I supermercati con il loro personale; dalle cassiere agli operatori che distribuiscono i beni che arrivano. Ci sono coloro che trasportano il cibo nei grandi centri di distribuzione: gli autisti. Poi ci sono i fruttivendoli; i negozi che vendono cellulari e macchine fotografiche. Gli ottici. Tutto il personale medico che lavora dentro gli ospedali. I medici, gli operatori sanitari, gli infermieri. Coloro che lavorano per fornire il materiale negli ospedali: a partire dalle mascherine, i guanti, gli aghi, i posti letto e i medicinali, le flebo. Poi ci sono i mezzi di trasporto. Le metropolitane, i tram, gli autobus, i treni. E quindi i tranvieri, gli autisti, il personale dell’azienda dei trasporti. Poi ci sono i panettieri, gli immigrati che vengono occupati come personale che ha l’incombenza di sanificare gli ambienti di lavoro. Quelli che vengono ritratti tutti insieme alle 6.00 del mattino in metropolitana.

Accusati come fossero VIP che vanno a far shopping, nel quadrilatero della moda milanese. Vanno a guadagnarsi il pane mentre il sindaco gli ha pure tagliato il numero delle corse.

La lista potrei ancora allungarla, non avendo citati poliziotti e carabinieri, guardie giurate, vigili del fuoco e Polizia Locale.

C’è una bella fetta di popolo che a lavorare ci deve andare per forza e che oltretutto viene pure insultata per essersi svegliata ogni giorno alle 5.00 del mattino. Stare a casa? Ci starebbero volentieri se non ci fosse un popolo bue da accontentare che cerca un capro espiatorio cui dare la colpa dei contagi.

E un’amministrazione pubblica, centrale e locale, che di questa parte di popolazione se ne sbatte bellamente. Stare a sentire Meloni, Salvini, Fontana, Renzi e Conte è francamente insostenibile. Soprattutto quando invitano a rimanere a casa, obbligando buona parte della popolazione a lavorare assembrandosi sui mezzi pubblici. Con la complicità dei giornali che poi descrivono situazioni fuori controllo provocate da chi ha anche il coraggio di criticarle.

A proposito di verità scomode: ce n’è un’altra, che attiene ai numeri, di cui nessuno parla. È il numero dei decessi in Italia nel 2017 e nel 2018, gli ultimi disponibili. Nel 2017, dati ISTAT, sono morte in Italia 649.060 persone (ripeto: seicentoquarantanovemilasessanta persone)
Nel 2018 ne sono morte 633.000 (seicentotrentatremila)
Di persone morte con il Coronavirus dal 21 Febbraio in poi ce ne sarebbero più di 2500. Per Coronavirus, accertate, sono in totale 2. (due) Un uomo e una donna entrambi di 39 anni. Nel 2018 tra le 633.000 persone scomparse, 83.000 sono decedute a causa di un tumore ai polmoni provocati dal fumo. Come muore una persona colpita dal cancro ai polmoni? Di solito, secondo un macabro rituale che pare essere consolidato nei centri specializzati per gli oncologici, cominciano a fatica a respirare, fino a quando il respiro diventa un rantolo e la singola vittima spira. Accade tutto purtroppo in poche ore o nei casi peggiori in pochi giorni. I medici per rispetto dei pazienti e dei loro familiari, allestiscono una tendina che separi la persona che sta per andarsene e i suoi familiari, da tutti gli altri pazienti. Spesso non ci sono spazi per contenere il doloroso trapasso in un ambito di riservatezza sanitaria e personale

Non vi ho raccontato tutto questo per dissuadervi dal rispettare l’obbligo di stare in casa che va semmai rispettato. Solo per sottolineare l’incongruenza di chi mentre urla di restare a casa minacciando “misure più stringenti, perché si rischia il contagio”, autorizza invece tantissima gente a potersi infettare con il Coronavirus. Servirebbe più coscienza, più responsabilità da parte di tutti. Anche di chi chiede responsabilità e non l’esercita per primo. E in uno Stato il primo della lista è il legislatore e le sue figure principali. Il Premier, i ministri e a scendere tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche: dai Prefetti ai governatori ai sindaci. Il cervello all’ammasso e l’etica sotto i piedi. L’Italia è un paese che fa schifo.

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Coronavirus: i colpevoli li trovate al Pirellone non a Roma https://www.milano-positiva.it/2020/03/17/coronavirus-se-cercate-i-colpevoli-li-trovate-al-pirellone-non-a-roma/ Tue, 17 Mar 2020 08:02:31 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2776 La regione predispone un nuovo ospedale all’interno della ex fiera di Milano. Un nosocomio fatto di 500 posti di terapia intensiva dedicata ai malati di Covid -19. Che significa, questo? […]]]>

La regione predispone un nuovo ospedale all’interno della ex fiera di Milano. Un nosocomio fatto di 500 posti di terapia intensiva dedicata ai malati di Covid -19.

Che significa, questo? Che non ci sono i posti di terapia intensiva dove cercare di curare i malati? Al contrario: i posti ci sarebbero. Sono nelle oltre 400 strutture private costruite in Regione negli ultimi 5 lustri a gestione centrodestra. Se ciascuna di loro cedesse almeno 5 posti di terapia intensiva avremmo 2000 posti di terapia intensiva. Si guardano bene però dal farlo. Perché? Perché quelle strutture sono nate e cresciute nella logica di fare del servizio pubblico un luogo di profitto.

Per cui adesso la gente può anche crepare, ma quelle cliniche non sono oggi disponibili. E così, che si fa? Si crea un nuovo nosocomio pubblico per l’emergenza. Cioè si fa oggi quello che si è evitato dolosamente di fare nei precedenti 23 anni. E allora il centrosinistra avrebbe fatto meglio? Non ho la risposta e ne dubito.

Ma resta il fatto che chi oggi guarda a Roma dando a Conte la responsabilità di quanto accade in Lombardia, sbaglia bersaglio. La responsabilità è della Lombardia. Della sua classe dirigente. Come loro è la responsabilità che a un mese dalla crisi il personale medico rischi la vita non avendo tutti i dispositivi di protezione. Essendo loro la responsabilità di un mancato acquisto di mascherine a causa di un errore negli ordinativi.

Semplicemente ci sono delle incompetenze evidenti e solari che non vede solo chi non vuole vedere o chi evidentemente ha degli interessi. La Regione Lombardia potrebbe avere molti più ospedali e posti letto pubblici. Si è scelto di andare verso il privato, verso l’idea che servizio pubblico dovesse approdare a logiche di mercato.

Cosi oggi la gente muore. Semplice. La foto a corredo di questo servizio, secondo me, è eloquente. Ci sono Governatore e assessori in chiaro assembramento dentro un luogo chiuso, cioè la fiera. Nessuno rispetta il metro di distanza, non il Governatore, non Guido Bertolaso neo commissario. È il motivo per cui da quasi tre settimane seguo le conferenze stampa a distanza, via video. Danno delle regole e poi sono i primi a violarle.

Te la fanno sotto il naso e hanno la protervia di farti anche la morale. Malgrado le decine d’infettati tra i medici e il personale medico (il 12%) malgrado i morti, hanno pure la pretesa d’individuare negli altri la colpa di questa condizione. Il che, sia chiaro, non assolve il Governo che manda carta da cesso anziché mascherine per preservare la salute del personale medico. Questo significa che tangentopoli è finita da un pezzo ma non sono finiti i suoi effetti deleteri.

Senza una classe politica almeno dignitosa e che abbia a cuore le sorti di chi vive in una regione non c’è speranza. Qualche eccezione c’è tra i politici. Qualcuno che ancora s’indigna e s’incazza c’è. Sono tuttavia dimessi, forse rassegnati. Speriamo che questa vicenda, che questo maledetto Coronavirus che si porta via le vite di tanta gente scuota le coscienze. Perché così non si può andare avanti.

Onestamente hai voglia a cantare sul balcone, se poi queste logiche infami che mettono il danaro avanti a tutto prendono sempre il sopravvento. Se ci fosse vostro padre o vostra moglie oggi dentro una terapia intensiva soffocata dal lavoro enorme che stanno facendo i medici, sareste probabilmente incazzati. E forse proprio questo è quello che la realtà ci vuole mostrare.

Troppo spesso s’è rimasti a guardare. Dicendo: io non c’entro. Ora c’entrano tutti, quando tutti siamo costretti rimanere a casa e tutti abbiamo paura.

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Virus: Il Governo e Roberto Burioni si parlano? https://www.milano-positiva.it/2020/03/16/virus/ Mon, 16 Mar 2020 07:37:40 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2773 Per quanto riguarda la lotta al virus, “Il Governo e Roberto Burioni, si parlano?” La riflessione sul virus e sul rapporto tra le istituzioni e il noto Professor, Dottor, Scrittor, […]]]>

Per quanto riguarda la lotta al virus, “Il Governo e Roberto Burioni, si parlano?”

La riflessione sul virus e sul rapporto tra le istituzioni e il noto Professor, Dottor, Scrittor, Virologo Burioni Roberto, viene spontanea.

Nel video riporto testuale lettura del provvedimento assunto con DPCM relativamente alla possibilità per una persona di poter effettuare una passeggiata, lasciando in modo temporaneo la propria dimora. Siamo autorizzati a farlo? Secondo l’oracolo di Delfi che tifa Lazio, assolutamente no. E, malgrado la poca simpatia che nutro per il personaggio, ma rispettando il professionista virologo, mi sono attenuto alle sue prescrizioni. Ho smesso di andare a correre, sono sempre tappato in casa. E sono un giornalista, cioè uno di quelli che tesserino alla mano, avrebbe facoltà di potersi muovere in città. Se tuttavia un virologo come Burioni che ha l’ufficio a pochi chilometri da casa mia, mi scongiura di restare a casa, mi adeguo. Va anche detto però che la mia attività consiste nell’esercitare una certa capacità critica, cui con evidenza empirica non mi sottraggo.

E dunque domando: se nelle sue regole il Governo dice che si può passeggiare, a due metri di distanza dalla persona più vicina, le mani pulite e l’amuchina a portata di mano, magari con mascherina e guanti, perché invece il brillante curvaiolo laziale dice di no? E perché il Governo non conferma quanto dice Burioni? Perché si può averlo in antipatia ma se dimostra di avere delle competenze che altri non hanno, e questo è un fatto, allora bisogna adeguarsi a quanto dice. Infatti per quanto antipatico e inopportuni siano alcuni suoi comportamenti, per esempio pubblicare e promuovere un libro sul Coronavirus in piena pandemia per giustificare che i soldi verranno utilizzati per aiutare la ricerca, cosa cui avrebbe potuto dedicarsi nel frattempo, resta il fatto che i suoi suggerimenti dovrebbero diventare comandamenti per uno Stato come il nostro.

Invece anziché seguire i suggerimenti di un luminare, procediamo a zig zag, stabilendo che ciascuno possa interpretare le leggi. In un Paese come il nostro, non giova. Noi non siamo inglesi, né abbiamo la loro cultura liberal. Pertanto resta incognita la ragione per cui il Decreto consenta quello che di fatto Burioni vieta. Parlatevi, Santo Dio; parlateci con una sola voce.

C’è anche un secondo aspetto da considerare: gli interventi economici.

Il Governo si appresta in queste ore a varare una serie di misure economiche per sostenere famiglie e imprese colpite da questo virus devastante. Dai documenti che nel video cito direttamente, potrete sentire che il Governo prevede la facoltà di sospendere i mutui. Secondo quanto stabilito però la sospensione sarebbe facoltà della banca accettarla con oltretutto 30 giorni lavorativi di tempo. Il che significa che se oggi una famiglia in cui chi avesse perso lo stipendio chiedesse la sospensione del mutuo, potrebbe sentirsi dare una risposta tra 45 giorni. Cioè a fine Aprile.

E ci sono novità anche per i lavoratori autonomi. L’indennità “dipende dalle disponibilità dell’Inps”, dice il documento. Quindi viste le difficoltà dell’Inps non è affatto detto che i soldi ci siano. Quindi aspettiamo, perché tutto questo aiuto oggi non si vede, per i lavoratori, soprattutto quelli a Partita IVA.

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Ottimismo strano, quello in Regione Lombardia https://www.milano-positiva.it/2020/03/13/quello-strano-ottimismo-in-regione-lombardia/ Fri, 13 Mar 2020 08:31:42 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2754 L’ottimismo del Pirellone in tempo di crisi Ve lo ricordate Guido Angeli, quello di Aiazzone? Provare per credere? L’Assessore al Welfare Giulio Gallera in queste sere si presenta come e […]]]>

L’ottimismo del Pirellone in tempo di crisi

Ve lo ricordate Guido Angeli, quello di Aiazzone? Provare per credere? L’Assessore al Welfare Giulio Gallera in queste sere si presenta come e forse persino meglio del piazzista di Biella. Questa sera ha concluso il suo intervento su Facebook, con uno strano ottimismo, ci avviciniamo sempre di più al modello comunista cinese, affermando che “oggi la battaglia l’abbiamo vinta noi”.

E allora vediamo da dove arriva tutto questo ottimismo, tutta questa enfasi, in un momento drammatico che richiederebbe sobrietà e che vede invece l’ assessore impegnato in performance degne di una campagna elettorale.

Aumentano le persone in terapia intensiva, sono 605, mentre il totale dei letti disponibili sono 1067. Con questa media tra meno di 10 giorni rischiamo di avere un picco di ricoverati in rianimazione, e soprattutto di non aver più letti per intubare. Siccome però il Governo ha accolto le istanze della Lombardia adesso non si può più fare polemica, né si può imbastire un processo contro Giuseppe Conte, alla luce del fatto che ora il faro di luce è puntato sulla Lombardia e su Gallera in particolare. Questo spiega anche perché con solennità pontificia lo stesso assessore ha comunicato che “Sono pervenute oltre 650 domande di assunzione tra medici e personale infermieristico e ben 100 di loro sono già stati acquisiti e distribuiti sui presidi territoriali.”
Sarebbe interessante sapere con quali criteri, con quali metodi di selezione.

Aumentano i positivi, 8725, in Lombardia 1245 in più in un giorno; mentre i ricoverati sono 4247, 395 in più rispetto a ieri, in una media più bassa paragonata a quella dei giorni scorsi. I decessi sono 744, i dimessi 1085, i tamponi complessivi 29.934.

Non manca la stoccata a Milano, 1146, “dove crescono i positivi, lentamente ma crescono,” dice Gallera, (+ 220) e a “Bergamo che ha 2236 positivi, 321 in più rispetto a ieri.”
Ovviamente solo un caso che l’osservazione sia posta verso città entrambe a guida Pd. A Lodi sono 1123 i positivi, ma sono aumentati rispetto a ieri di 88 unità, “sempre meno” dice Gallera, sapendo benissimo che lì dove c’è stata una quarantena di 14 giorni quel numero, 88, può essere letto in modi diversi. Possono essere pochi oppure ancora tanti, considerata la quarantena esercitata in tutta la bassa lodigiana.

Al netto di quello che appare sempre più da vicino un proscenio per lodare la Regione, la sanità lombarda, l’Ente fiera e tutti i medici “in una corsa contro il tempo” , suonano stonate le parole arrivate dall’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Lombardia: “L’utilizzo, specie sul territorio, di personale medico privo delle adeguate protezioni individuali ha sicuramente contribuito a diffondere il contagio, oltre a determinare gravissime conseguenze per la salute degli operatori.”

L’esercizio della critica non dovrebbe mai essere dimenticato. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che il rischio di positività in Germania è da considerarsi esteso al 60 -70% della popolazione.

Questa dichiarazione lasciata passare come fosse una cosa normale fa pensare. Forse in Germania non c’è la stessa preoccupazione che in Italia. Perché in Italia la crisi è politico – sanitaria, perché i tagli hanno contribuito oggi alla carenza di mezzi, i respiratori in particolare, e del personale medico. Cosa che forse non ha la stesse dimensioni in Germania.

Così, forse si spiega tutto quest’ottimismo declinato a piene mani dall’Assessore Gallera che qualcuno già vede come erede di Fontana al Pirellone

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel frattempo, conferma che il nostro Paese ha dimezzato i posti letto per i casi acuti e la terapia intensiva, passati da 575 ogni 100mila abitanti ai 275 attuali.
Un taglio del 51% operato progressivamente dal 1997 al 2015, che ci porta in fondo alla classifica europea.
Mentre le cronache raccontano del personale sanitario allo stremo, occorre ricordare che la sanità pubblica nazionale ha perso, tra il 2009 e il 2017, più di 46 mila unità di personale dipendente.
Oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri secondo la Ragioneria di Stato.
Queste sono cifre che da sole dovrebbero far comprendere perché gli ospedali e i pronto soccorso, già sotto pressione al nord, non sono in grado di reggere la diffusione dell’epidemia.

Ma, come ci ricorda Renzi, nel grafico pubblicato da Italia Viva che vedete, dal 2001 ad oggi sono stati investiti nella sanità oltre 43 miliardi di Euro. Quale sanità? Quella privata? È per questo che ora bisogna mostrare ottimismo davanti alla telecamere, in Lombardia?

A questo proposito: qualcuno sa dire perché viene tenuta aperta la Borsa di Milano? Oggi è crollata letteralmente. -17%. Un’ondata di vendite. Rammento che a fronte di un venditore c’è un acquirente. Chi compra oggi? Chi scommette sul crollo del nostro Paese?

Passata questa fase drammatica, ma vi ricordo che i malati di tumore al polmone sono 70 mila l’anno, sarà il caso di provare a fare un’analisi di tutto quanto sta accadendo. A partire dal ruolo dell’Ue e del Fondo Monetario Internazionale.

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