Qualcuno è comunista (a sua insaputa?)

Quattro controlli diversi solo in aeroporto. Ribaltati da cima a fondo. Ispezione medica, misurazione della febbre ripetuta due volte e tampone. Usciti dall’aeroporto di Shen Zen scortati fino a casa dove in portineria c’è un nuovo doppio controllo.

Sono in quarantena da tre mesi e nessuno ha mai lasciato la casa. Non portano fuori il cane, non vanno al supermercato. Qualcuno lo fa per loro. Il cibo viene igienizzato e poi consegnato davanti alla porta di casa dove chi vi abita riceve una telefonata dalla reception della residenza per poter aprire la porta ed essere autorizzato a prendere il cibo, esattamente la stessa situazione italiana.

A Shen Zen, a mille e cinquecento chilometri da Wuhan, in Cina, è tutto chiuso. I trasporti, i treni, le metropolitane gli autobus e qualunque tipo di negozio. Chi circola è autorizzato dalla Stato. Sono i ragazzi che fanno le consegne. Tutti gli altri, se trovati per strada, vengono arrestati. Il campionato di calcio sospeso fino a Maggio da Gennaio. E soprattutto lo Stato garantisce la busta paga a tutti. Tutti per almeno due mesi possono stare a casa. Avranno il loro stipendio, soprattutto se appartengono alle fasce sociali più deboli. In Cina nessuno si permette di fare una passeggiata. Nessuno va a correre. Da quando lo Stato, cioè il Partito Comunista Cinese, ha capito che la malattia era grave, e poteva compromettere gli assetti economici del Paese, ha garantito a tutti lo stipendio, la copertura dei servizi, una sanificazione di tutti gli impianti pubblici. In ascensore la tastiera viene ricoperta con del cellophane, e rimossa la sera. Cosi chiunque debba schiacciare un tasto per salire al piano sa che non verrà contagiato. Vale anche per la consegna del cibo e dei pacchi. Sono sanificati prima della consegna. Così se mi arriva della carne, del pesce, del formaggio o dell’insalata so che chiunque me la porti, i contenitori che contengono il cibo sono puliti, privi di virus.

A raccontarlo a questo giovane collega, Gabriele Parpiglia, è Paolo Cannavaro, fratello di Fabio Cannavaro, difensore della Juventus, e della Nazionale campione del Mondo nel 2006, oggi entrambi allenatori di calcio in Cina

E raccontano, da napoletani, quanta ammirazione abbiano per la serietà del Partito Comunista cinese “che qui protegge tutti, soprattutto i più deboli,” garantendo loro di poter stare tranquilli economicamente anche se per due mesi dovranno stare a casa. In Cina il partito garantisce i lavoratori e le famiglie. In cambio le famiglie garantiscono fedeltà allo Stato, cioè al Partito Comunista cinese. I Cannavaro sono ricchi sfondati, Fabio guadagna credo 12 milioni di Euro l’anno, ma nessuno di loro disprezza i comunisti. Anzi proprio i ricchi oggi sembrano apprezzare il comunismo cinese.

Paolo racconta nel lungo colloquio avuto con Gabriele che questo è uno Stato ideale e serio e che Napoli e l’Italia dovrebbero imparare dai comunisti come si superano le crisi, come si affrontano. E soprattutto come si salva la vita alle persone. “Perché, dice ancora Paolo, qui l’isolamento sociale continuerà anche a Marzo e ad Aprile, anche dopo aver raggiunto i zero contagi.” I Cannavaro hanno convinto il loro papà che sta a Napoli a fare come fanno i comunisti.
Il comunismo è il nostro futuro.

Dove non c’è il comunismo, ma la democrazia, regna sovrana la confusione. In Cina, dice ancora un felicissimo Cannavaro, hanno un’app che si chiama We chat, equipollente al nostro WhatsApp. Con questa applicazione , che viene attivata al momento dello sbarco in aeroporto, il Partito Comunista cinese sa non solo da quel momento ovunque andrai. Viene a sapere subito in modo retroattivo anche tutti i tuoi ultimi spostamenti. Cosi può verificare subito se hai detto la verità sui tuoi ultimi spostamenti oppure no. C’è un controllo totale della persona.

“Lo fanno per noi e per la nostra salute, dice Cannavaro (Paolo), e l’app durerà per il periodo della malattia, poi sarà cancellata.”

L’Italia per salvarsi dall’ecatombe dovrà adottare le scelte, i metodi, i comportamenti e la sottostante cultura comunista. Non potrà fare come il liberale Boris Johnson aveva sostenuto in Inghilterra. Non potrà scegliere di non scegliere lasciando fare alla lunga mano del mercato.E neppure il liberale Trump si è potuto astenere dal dover mettere mano al portafoglio e spendere subito 100 miliardi di dollari per contenere il virus.

Proprio quando tutti lo avevano seppellito Karl Marx è tornato in auge e ha sorpreso tutti: aveva ragione lui. Uno spettro gira per il mondo: il comunismo. Che ha vinto la sua partita con la storia, a quanto pare con ampio e diffuso consenso. Tutti chiedono più comunismo. Tutto in mano allo Stato. “Chiudete tutto” è il mantra. Proprio come teorizzava Marx. Il potere diretto del popolo. Nel Soviet lombardo molte cose cambieranno ora che i compagni sono tornati. L’Italia russa e cinese. Putin e Xin Ping. Nella foto di copertina il vice Presidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala, di Forza Italia, con la delegazione di medici cinesi mandati dal governo comunista.
“Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino” recita lo striscione portato dai compagni cinesi e tenuto da Fabrizio Sala. Radici comuni, solide radici comuniste.

Qui invece l’intervista tra Parpiglia e Cannavaro che, vi assicuro, va assolutamente vista.
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