Tentato stupro sul Tram, una tranquilla mattina di paura

Tentato stupro in una tranquilla mattina come le altre. Stai andando a scuola. Sono le 7.00 del mattino, hai diciassette anni e guardi alla vita con la leggerezza e la tranquillità di chi dispone ancora di sogni da coltivare.

Sei in una grande città e ti senti al sicuro nella ripetitività di gesti quotidiani. Lo zaino, il cellulare, il sabato pomeriggio da trascorrere con gli amici. Invece.

Invece si avvicina un nostrano italianissimo ventiquatrenne, che rivolgendosi a quest’adolescente dice: “Sei violentabile”, e comincia a toccarla. È difficile immaginare la paura, i muscoli che si bloccano, la mente che si paralizza, la sensazione di non aver più un futuro, senza averne neppure compreso il senso. E mentre tenti di divincolarti, dal giovane virgulto italico che approda sulla giovane femminilità appena sbocciata di questa ragazza, lui tira fuori una mannaia. Quella con cui si taglia la carne dal macellaio. Si avvicina facendole capire che potrebbe usarla contro di lei. Anzi: che ha deciso di utilizzarla contro di lei. È lì che la ragazza capisce che l’unica via di fuga è aspettare che le porte del tram si aprano, che qualcuno si accorga che stanno per spezzare i tuoi sogni. Scende e si allontana a passo veloce. Lui, spirale di morte, la segue. È una donna che ha assistito all’evento dentro tram ad allertare le forze dell’ordine. Il giovane virgulto italico, chissà magari ha anche un poster di Mussolini in camera sua, si allontana.

La Polizia, dopo aver fatto i primi rilievi e aver acquisito la descrizione del ragazzo lo trova e lo ammanetta. Ha già un curriculum di reati da campionato del mondo. Ed è a spasso per la città pronto a terrorizzare tua figlia, o tua moglie, la tua compagna o tua madre.

Adesso è assicurato alle patrie galere e la privacy ne difende l’identità. Non sappiamo se la prossima settimana sarà di nuovo libero, pronto a terrorizzare a morte un’altra ragazza, nel Paese in cui violentare una donna viene considerata ancora una cosa “normale” da parte del maschio dominante che usa la forza per pretendere di avere ciò che desidera.

Fino a che punto il diritto ad aiutare anche chi delinque, fino a che punto il diritto a rieducare con l’esercizio della pena e con la tolleranza delle procure, potrà essere accettato se il prossimo che potrebbe piangere l’ennesima vittima di femminicidio, sei tu che leggi?

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