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Gli ultimi passanti si avviano verso casa, avvolti nelle loro sciarpe calde per proteggersi dal freddo, iniziano così le fredde notti invernali di un senzatetto.

Sono le 23 di una notte che scende a zero, una notte umida nel centro di Milano. A rompere il silenzio della città sono solo i macchinari dell’Amsa che raccolgono i rifiuti di un affollato pomeriggio prenatalizio. Nel mentre la notte fa posto, a tende e cartoni.

Strade, tunnel, fermate dei mezzi pubblici, edifici abbandonati, fabbriche, stazioni di smistamento e sottopassi diventano rifugi caldi per circa 2000 clochard nella nostra città.

Le pattuglie della Croce Rossa, gli angeli dei Clochard, perlustrano le strade. Bussano a tutte le tende, offrono bevande calde, un sacchetto di alimentari e sacchi a pelo a chi ne ha bisogno.

Occhi che raccontano storie ed un numero  per i clochard in difficoltà

Durante le fredde notti invernali di un senzatetto, nascono storie. Come quella di Micaela, 33 anni, romena, scappata dal suo paese dopo che il padre  aveva ammazzato la madre davanti ai suoi occhi. Ma Micaela, arrivata in Italia, da due mesi ha un sogno: quello di trovare lavoro come badante per poter lasciare le strade e costruirsi un futuro.

Riparte potenziato il piano freddo del comune di Milano che offre ai senzatetto dei posti nelle strutture di accoglienza. in aggiunta ai circa mille posti disponibili in città tutto il giorno tutto l’anno, verranno aperti gradualmente a seconda delle esigenze molti centri, sia di proprietà dell’Amministrazione sia offerti da enti del Terzo Settore.

Per i casi ritenuti “critici”, inoltre esiste un numero verde il 02.884.476, attivo 24 ore su 24.

Anche con il potenziamento dei mezzi con cui aiutare i senzatetto però, sconfiggere il problema, non è immediato e nemmeno facile. Ma con quel fondo di umanità che rimane bisogna ricordare che ogni volta che riserviamo un gesto di bontà e gentilezza ad uno di loro, ci avviciniamo sempre di più al raggiungimento di quest’obiettivo.

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“La sanità privata ha aperto le sue lussuose stanze a cittadini ordinari” https://www.milano-positiva.it/2020/06/24/la-sanita-privata-ha-aperto-le-sue-lussuose-stanze-a-cittadini-ordinari/ Wed, 24 Jun 2020 20:57:42 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=3708 Ci sono frasi che fanno la storia. Locuzioni che diventano parte integrante della vita di tutti. Giulio Gallera, avvocato prestato alla Sanità, oggettivamente a sua insaputa, conferma una volta di […]]]>

Ci sono frasi che fanno la storia. Locuzioni che diventano parte integrante della vita di tutti. Giulio Gallera, avvocato prestato alla Sanità, oggettivamente a sua insaputa, conferma una volta di più l’importanza della virtù del silenzio. L’Assessore, le cui memorabili dimostrazioni di efficienza matematica hanno fatto la storia del Paese, s’è lanciato nell’ennesima perorazione a favore della sanità privata. Sostanzialmente ribadendo un concetto: ci sono i ricchi, gaudenti e liberi che dispongono della vita degli altri. E poi ci sono i poveri, negri o meridionali o zingari, scegliete da soli, che invece non fanno parte del patriziato ma della fastidiosa e maleodorante plebe. Per questo, il solo fatto di poter accedere in lussuose strutture tirate su in genere con la fatica e il sudore d’immigrati, italiani o stranieri, deve essere considerato un privilegio soprattutto se ci va un plebeo magari pure d’origine sudista. Ora: non è che serva in ingegnere per definire una tale corbelleria una strepitosa puttanata e chi l’afferma un classico evidente appartenente della tribu degli homines sine baculis. E tuttavia, l’indignazione, arrivata dal basso, non ha invece fatto proseliti tra le figure dell’opposizione. La quale anziché andare a prendere sotto casa una che osa dire una cosa del genere, manca poco arrivassero quasi a pentirsi d’attaccarlo per una tale castroneria.

Perché non è che bisogna proprio essere privi di cognizione mentale per dire una cosa del genere: è evidente però che aiuta. Di conseguenza restiamo in attesa di capire da quale testo liberale il sommo Giulio abbia appreso la volontà di dileggiare i poveri. Perché è molto trendy insultare i più poveri, perfetto poi se il povero è anche disabile. Perfetto però sarebbe anche mandare a lavorare in miniera un Assessore così. Certi che finire sotto terra sia per lui il luogo più adatto dove tornare. E magari mettere radici. Per imparare due cose: la misura e l’umanità.

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I concorsi sanitari regionali: una questione di trasparenza https://www.milano-positiva.it/2020/02/06/i-concorsi-sanitari-regionali-una-questione-di-trasparenza/ Thu, 06 Feb 2020 08:43:26 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2537 Concorsi sanitari. Ogni volta che va al governo di un Comune o di una Regione o dell’intero Paese una certa maggioranza, invoca il cambiamento.E allora guardiamolo, questo cambiamento. Ecco cosa […]]]>

Concorsi sanitari. Ogni volta che va al governo di un Comune o di una Regione o dell’intero Paese una certa maggioranza, invoca il cambiamento.E allora guardiamolo, questo cambiamento. Ecco cosa accade all’ospedale di Pavia. Un concorso per diventare Primari vede dieci partecipanti. Tre superano la prova. Il primo viene nominato. Pochi mesi dopo decide di lasciare il ruolo.

Sarebbe logico a quel punto nominare chi è venuto dopo il primo: cioè il secondo classificato. Invece l’Ospedale di Pavia decide, in modo comunque conforme alla legge, di rifare ex novo il concorso. Determinando tre conseguenze:

• L’Ospedale resta senza primario, quindi senza un capitano

• Si rientra nella logica dei concorsi sanitari, cioè si spendono altri soldi quando meritocraticamente avremmo già un secondo ed un terzo classificato già pronti a subentrare: si chiama meritocrazia

• S’ingenera il sospetto di un concorso opaco in cui il nome del vincitore debba essere deciso prima del concorso stesso

In aula in consiglio regionale chi ha posto la questione è un medico: il neonatologo Michele Usuelli. Lavora al Policlinico di Milano, in questo momento fa il consigliere regionale per + Europa, ed è quindi in aspettativa. Usuelli pone una semplice domanda: se il concorso viene superato da tre persone, e una se ne va, si sceglie uno degli altri due. Perché spendere soldi pubblici per scegliere colui che il merito ha già indicato come adeguato al ruolo?

L’Assessore al welfare Giulio Gallera, assessore di una maggioranza a guida Lega Salvini, in Lombardia, difende la scelta. “È lecita, conforme a legge. Noi valutiamo i livello di efficienza dell’ospedale, che non sono cambiati e sono comunque buoni”.

Quindi, in sintesi: fin che la barca va, lasciala andare. Un classico della politica italiana

È questo il cambiamento? È questo il tipo d’Italia a cui pensa il Capitano? Al nord ricco e produttivo sono questi i criteri di meritocrazia con cui tocca convivere per scegliere chi fa cosa nell’ambito del settore pubblico e spesso anche in quello privato?

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2020/01/30/che-ci-fanno-70-miliziani-libici-al-policlinico-di-san-donato-milanese/

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Adidas, licenziati preventivamente: la ristrutturazione https://www.milano-positiva.it/2020/01/24/adidas-licenziati-preventivamente-ma-la-chiamano-ristrutturazione/ Fri, 24 Jan 2020 07:39:44 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=2489 Licenziati preventivamente. Eppure fatturano 22 miliardi di Euro. Hanno ampi margini in Italia, in Europa e nel mondo. Ma Fabio Favini, uno dei direttori Adidas, in aula in commissione attività […]]]>

Licenziati preventivamente. Eppure fatturano 22 miliardi di Euro. Hanno ampi margini in Italia, in Europa e nel mondo. Ma Fabio Favini, uno dei direttori Adidas, in aula in commissione attività Produttive in regione, dichiara “che dobbiamo delocalizzare perché noi cresciamo e guadagnamo ma il mercato cresce dieci volte più di quanto cresciamo noi. Dunque occorre garantire la possibilità e la volontà di restare competitivi. Per questo abbiamo deciso di andare in Portogallo.” Gli domanda allora un consigliere Pd: ma quindi a fronte dei guadagni e dei 41 licenziati, voi andate a ristrutturare l’azienda mettendo insieme nuovi tools in Portogallo: ma cosa ne viene all’Italia e alla Lombardia?
Risposta: “Di fatto un saldo negativo, ma in questo modo garantiamo che l’azienda resti e che un giorno magari sia la città di Monza a diventare un centro di eccellenza”

Tradotto: cari italiani, cari lombardi, e noi sappiamo che per voi prima vengono gli italiani e i lombardi, noi siamo pronti a restare se vi adeguate alle ristrutturazioni, a salari più bassi e a condizioni di lavoro nuove e più restrittive. Per cui, agendo sulla parte amministrativa preferiamo tagliare.

Domanda un consigliere dei 5 Stelle(Fumagalli): “Scusate ma come fate voi che investite nel settore della promozione commerciale per miliardi di Euro, a non riuscire ad evitare i licenziamenti? Scusate ma è questo l’esempio che date, come multinazionale? È così che vi occupate di fare promozione sociale? Perché voi ristrutturate ma non c’è reale crisi aziendale.”

No, non c’è crisi aziendale. Ma quando gli uomini diventano numeri, ristrutturare non è un problema. Se le persone non sono più considerate esseri umani, carne viva, coscienza, allora scardinare la vita delle persone diventa la cosa più normale del mondo. È l’economia, bellezza

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2020/01/14/la-pena-detentiva-deve-essere-riabilitativa/

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Aumenta l’occupazione in Italia, ai massimi dal 1977 https://www.milano-positiva.it/2019/07/02/aumenta-l-occupazione-in-italia-ai-massimi-dal-1977/ Tue, 02 Jul 2019 06:57:27 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1959 Aumenta l’occupazione in Italia: Oggi ci sono metropolitane che si guidano da sole, macchine che scaricano pacchi senza più la necessità  della forza lavoro umana. Per questo credo che se […]]]>

Aumenta l’occupazione in Italia:

Oggi ci sono metropolitane che si guidano da sole, macchine che scaricano pacchi senza più la necessità  della forza lavoro umana. Per questo credo che se anche diminuisse il numero dei migranti in Italia, non sarebbe un problema. Di forza lavoro ce n’è sempre di meno.

In sintesi questo è il pensiero espresso ieri a Milano dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo il quale ha spiegato che alla luce dei dati che proprio l’Istat ha presentato, il fatto che la forza lavoro cali va considerata una condizione fisiologica.

Cala anche, ed è sempre l’Istat  a dirlo, il numero dei disoccupati: per la prima volta dal 1977 siamo scesi sotto la soglia psicologica del 10% (9.9%)

Su base annua crescono gli occupati nella fascia 15 – 24 anni di 43 mila unità ( altro dato che ogni volta che lo leggo mi lascia un po’ perplesso dato che il lavoro minorile dovrebbe essere vietato)

Crescono i lavoratori di sesso maschile dello 0.3% mentre rimane stabile l’occupazione femminile. Cresce il dato dei lavoratori dipendenti (+ 0.2) quello dei lavoratori a termine (+ 0.4%) e anche quello dei professionisti (+ 0.5%)

Un segnale che le politiche occupazionali dunque funzionano. Quali politiche, però? Quelle di Salvini che ha tagliato la legge Fornero, o quelle di Renzi che ha tagliato ha dato incentivi alle imprese per assumere? Sappiamo infatti che l’economia registra gli scostamenti percentuali nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Poiché Salvini e Di Maio si sono insediati lo scorso Giugno del 2018, questi effetti positivi vanno ascritti a loro?

Secondo Alessandro Morelli si, tanto che interviene su mia domanda dando conferma che il bouquet delle opzioni leghiste in chiave economica “sta dando buoni risultati”. È il Presidente dell’Istat a sfuggire alla domanda delegando “la gente comune a farsi una propria opinione”.

Interessante resta invece l’analisi di Blangiardo sulla necessità, in un Paese che non cresce demograficamente, di ridurre l’immigrazione perché i robot  scalzeranno la forza lavoro umana. Un militante leghista, presente in Sala Brigida a Palazzo Marino dove s’era  tenuto l’incontro sulla ermeneutica del sovranismo, ha offerto questa soluzione: “Avendo abitato per anni negli Stati Uniti, ho osservato che la meccanicizzazione dell’occupazione, non ha ridotto il numero dei lavoratori. Anzi, essendo ricca di stranieri, ha investito in ricerca per assoldare nuovi lavoratori per i nuovi lavori che si sono creati nel frattempo. Forse il Governo e il MIUR dovrebbe investire sulla ricerca per creare nuovo lavoro”

La più potente industria al mondo e la più  potente nazione del pianeta, grazie all’immigrazione e alla ricerca ha continuato a crescere e lo sviluppo è  stato possibile grazie a politiche liberali e non protezionistiche, che producono monopoli e riduzione della forza lavoro.

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2019/06/25/milano-positiva-da-noi-le-olimpiadi-del-2026/

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Un milione di posti di lavoro per i disabili https://www.milano-positiva.it/2019/06/05/milano-positiva-un-milione-di-posti-di-lavoro-per-i-disabili/ Wed, 05 Jun 2019 13:28:38 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1857 Più posti di lavoro per i disabili. È l’idea di Giovanni Cafaro, grazie al quale nasce l’associazione Movimento Disabili art 14, che altro non sarebbe che uno degli articoli della […]]]>

Più posti di lavoro per i disabili. È l’idea di Giovanni Cafaro, grazie al quale nasce l’associazione Movimento Disabili art 14, che altro non sarebbe che uno degli articoli della legge 68 del 1999 che proprio grazie all’art 14 prevederebbe di far assumere i disabili presso le cooperative sociali

Il vantaggio è presto detto: poiché nelle imprese con più di 50 dipendenti le assunzioni sono obbligatorie e poiché sono invece ancora moltissime.le aziende pubbliche che non assumono come previsto un disabile, la somma delle sanzioni che sono a carico delle aziende pubbliche ammontano a 15 miliardi di Euro.

Se ne desume quindi che l’esercizio congruo di una legge dello Stato permetterebbe ad oggi un risparmio di 15 miliardi di euro che potrebbero essere spesi per aumentare ulteriormente i posti di lavoro. Come testimonia lo stesso Cafaro, l’iniziativa ha trovato il supporto morale del Quirinale che ha invitato l’associazione ad andare avanti con la propria iniziativa non solo per il valore morale ma anche per la rilevanza economica nel.suo portato complessivo

Cafaro mostra uno dei mille volti degli italiani. Quello della capacità di pensiero e dell’intraprendenza imprenditoriale che la dice lunga su come la nostra genialità possa diventare anche uno straordinario vettore economico. La convenienza economica infatti appare, al netto del connotato etico certamente indiscutibile, uno degli elementi di maggiore prevalenza per favorire lo sviluppo dell’azienda Italia. Inoltre il fatto che la gran parte della comunità disabile trovi un punto di riferimento etico in questo modo di fare impresa, costituisce una dei maggiori e più efficaci effetti sull’economia del Paese e sulla credibilità internazionale, ovvero sulla reputazione che purtroppo ancora macchia negativamente l’immagine italiana nel mondo.

Cafaro pone una cesura di tipo storico sulla presunta moralità italiana tendenzialmente ondivaga sempre pronta a fare marcia indietro e a cavalcare l’onda o a salire sul carro dei vincitori, senza saper mai davvero difendere un’idea. Il contrario invece appare una strada percorribile

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Laura Coccia: “Come farai adesso, che guadagni più di tuo marito?” https://www.milano-positiva.it/2019/05/21/laura-coccia-come-farai-adesso-che-guadagni-piu-di-tuo-marito/ Tue, 21 May 2019 06:46:29 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1815 Laura Coccia ha 33 anni, una Laurea Specialistica in Storia, un Dottorato di Ricerca all’Università Sapienza di Roma, una legislatura da parlamentare PD. È affetta da tetraparesi spastica e per […]]]>

Laura Coccia ha 33 anni, una Laurea Specialistica in Storia, un Dottorato di Ricerca all’Università Sapienza di Roma, una legislatura da parlamentare PD. È affetta da tetraparesi spastica e per questo è diventata anche atleta paralimpica.

Per Laura ho una gratitudine infinita, in ragione del fatto che è una di quelle persone che crede a quello cui partecipa e quando decide d’investire in un progetto lo fa con tutta se stessa. Ad Iocisonoetu, l’evento tenutosi la scorsa settimana all’Arena di Milano, lei ha partecipato con grande entusiasmo, malgrado la pioggia ci abbia traditi e in qualche modo abbia contribuito a ridurre gli eventi.

Laura Coccia è una di quelle donne che capisci subito esserci con il cuore quando fa le cose. Anche a Milano ha lasciato traccia della sua inconfondibile bellezza. Ad un certo punto, parlando di violenza sulle donne e delle sopraffazione che la cultura contemporanea ancora oggi esercita su di loro, ha posto un tema molto reale e molto sentito. Quello che si produce quando in una coppia è la donna a guadagnare più dell’uomo

Perché in una società come quella italiana, non è residuale, ma maggioranza, quella che ancora considera che “l’uomo ha da portà i pantaloni”, quindi deve essere lui che deve portare a casa i soldi; sempre lui a guadagnarne di più, mentre la donna può farlo, un lavoro, ma in modo residuale e comunque pagata meno di un maschietto. È per questo che Laura racconta che, una volta diventata parlamentare, in diversi le si sono rivolti con fare preoccupato rammentandole in modo commendevole che adesso avrebbe avuto un problema: “Come farai, appunto, ora che guadagni più di tuo marito?”

Perché nessuno lo dice ma una donna che esercita il potere, è considerata un’anomalia, tanto più se accade in Italia. Per questo da noi non c’è mai stato un primo ministro donna e neppure un Presidente della Repubblica, donna. E quando si parla di politica, inevitabile l’accostamento con l’avvenenza, se il politico è donna. Mentre un uomo politico, può essere brutto e scemo e viene considerato comunque una cosa normale. Anche normale da accettare. Questa dicotomia tutta italiana, in cui il concetto di uguaglianza non è quasi mai rispettato, in cui la donna non è considerata persona, ma femmina, quindi persona di secondo livello, che deve tacere se parla un uomo, appartiene ad una tipica sottocultura italiota, che non conosce differenze tra nord e sud. I femminicidi sono distribuiti in modo uniforme su tutto lo stivale.

Laura spiega perché in Italia non si conosca e affronti il tema della disabilità in modo ancora compiuto e perché tutto sommato faccia comodo mettere i disabili tutti all’interno di uno stesso calderone.

La lascio alla vostra attenzione. È un’intervista che merita. Perché merita la persona.

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Milano Positiva: “Coraggio, paghiamo i rider” https://www.milano-positiva.it/2019/04/26/milano-positiva-coraggio-paghiamo-i-rider/ Fri, 26 Apr 2019 05:44:31 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1745 Li trovate spesso davanti ai ristoranti oppure alle catene alimentari di food. Oppure l’incrociate per strada: voi sulle vostre macchine o sui vostri scooter, loro in bicicletta con i loro […]]]>

Li trovate spesso davanti ai ristoranti oppure alle catene alimentari di food. Oppure l’incrociate per strada: voi sulle vostre macchine o sui vostri scooter, loro in bicicletta con i loro pesanti zaini pieni di cibo da consegnare, sono i rider.

I Rider sono gente seria, spesso giovanissimi e stranieri, ma ci sono anche tanti di loro che giovani non lo sono più: sono italiani che sono ripartiti dalla bicicletta, sul modello delle Cina Comunista, ma spinti da catene che nascono negli Stati Uniti.

Messi sulla strada praticamente senza nessuna tutela, negli ultimi 18 mesi hanno incrociato le braccia, hanno incontrato membri del Governo e dell’opposizione per chiedere che il loro lavoro sia regolamentato.

Quello che lamentano infatti è che siano di fatto una categoria non protetta e sottopagata. Non per niente è composto dalla triade delle meraviglie: giovani ragazzi italiani, giovani extracomunitari senza lavoro, e over 50 italiani disposti a rimettersi in gioco avendo scoperto che la povertà è stata superata ma non avendolo ancora constatato quando vanno a guardare il proprio conto corrente

Da mesi per questo sono in guerra con Il ministero dell’economia, con le aziende che hanno fatto un business delle consegne di cibo negli uffici in pausa pranzo e nei Week end a casa dei cittadini delle grandi metropoli. Pagati 2,50 Euro a consegna, costretti a inzupparsi sotto l’acqua quando piove o a stare in bici quando ci sono 35° gradi, i Rider chiedono paghe più dignitose e rispetto da parte dei clienti. Tra loro ci sobo utilizzatori finali piuttosto noti. I così detti Vip del mondo dello spettacolo e del calcio

Molti di loro non pagano la mancia neppure quando ad arrivare nelle loro lussuose dimore sono giovani ragazzi stranieri pieni d’acqua dopo una consegna posta in essere sotto l’acquazzone. Adesso gli stessi Rider hanno composto una black list dei ricconi che hanno il braccio corto. E l’hanno messa in rete.

Un goal in rovesciata, che ha colpito il pubblico, informato in realtà dell’avvio. Chi più guadagna, meno declina la consuetudine a sostenere chi ha meno, anche se ci sono importanti eccezioni.

Quindi: coraggio ragazzi, a quanto pare la periferia milanese fa il suo compito e lascia molte più mance. Adesso è venuto il momento di chiedere ai ricconi del centro di Milano di non fare i milanesi imbruttiti. Fuori la grana, e vai con la mancia. Taac.

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2019/04/24/milano-positiva-restituiamo-ai-nostri-figli-il-diritto-a-sognare/

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Milano Positiva: il problema principale è ancora il lavoro https://www.milano-positiva.it/2019/04/19/milano-positiva-il-problema-principale-e-ancora-il-lavoro/ Fri, 19 Apr 2019 10:35:40 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1714 E’ sempre la stessa storia, il problema del lavoro. Fujitsu licenzia: “L’ Italia non ha valore d’impresa” Li hanno buttati fuori con un semplice comunicato. “Non ci servite più, l’Italia […]]]>

E’ sempre la stessa storia, il problema del lavoro. Fujitsu licenzia: “L’ Italia non ha valore d’impresa”

Li hanno buttati fuori con un semplice comunicato. “Non ci servite più, l’Italia non è un Paese competitivo, siete come Grecia e Marocco. Grazie di tutto e a non rivedervi più”.

Sono 197 i licenziamenti. Una parte di loro in questi giorni sono nelle piazze di Milano a far sentire la propria voce. Sono tutti professionisti qualificati, altamente specializzati. Ascoltandoli, mostrano proprietà di linguaggio e una consapevolezza di dove stanno scivolando.

C’è la ragazza appena inserita che era convinta di essere entrata in un’azienda tanto grande da avere il posto assicurato a vita; e la signora di 57 anni troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchia per essere collocata.

C’è il delegato sindacale che si domanda come mai un Paese industrializzato come il nostro venga trattato come l’ultimo dei reietti.

Soprattutto c’è lo sgomento e l’incredulità di lavoratori che sanno di aver prodotto profitti e utili per 3 milioni di Euro e che mai si sarebbero aspettati di essere trattati in questo modo.

Soprattutto c’è la presa di coscienza “che il problema in Italia è il lavoro”. E poi c’è la divaricazione tra la trentenne che non vuole il reddito di cittadinanza e la cinquasettenne che il reddito di cittadinanza non lo disdegna, “anche se prima di tutto deve essere garantito il lavoro”.

Sono le voci che nei tg e sui giornali non siete abituati ad ascoltare e per questo ve le voglio fare sentire quasi tutte. Perché nello stupore c’è anche il dolore e la delusione per un Paese che “fa troppe chiacchiere, stanno sempre a parlare”.

Sembra una nemesi: nell’information tecnology affondano i piedi dei politici che, privati del finanziamento pubblico, hanno nei social un luogo quasi esclusivo in cui fare arrivare le proprie istanze. E dall’IT arriva il segnale che l’Italia non ispira fiducia, per cui le multinazionali se ne vanno

Non c’è di che sorprendersi. Se si fanno politiche contro la globalizzazione e il capitalismo selvaggio, dunque populiste, s’innerva il sistema di una volontà reattiva atta a fermare il cambiamento.

Non appaia blasfemo ma la lotta contro il sistema delle multinazionali ha in sé qualcosa di eversivo se è vero, com’è vero, che è nato già con le Brigate Rosse che volevano abbattere in modo rivoluzionario (e armato) quel sistema.

Oggi lo si vuole fare con una spallata politica, ma quel sistema naturalmente reagisce. Per esempio delocalizzando e portando altrove la propria ricchezza.

La domanda da porsi, dunque, è: nel mentre della battaglia, c’è un piano alternativo che supporti il lavoro che viene dragato e tradotto all’estero nei paesi in cui costa meno, secondo il più classico dei dumping economici?

Perché se l’alternativa non c’è, siamo nei guai. Se invece è l’Europa delle piccole Patrie, il rischio è di non farcela ad affrontare colossi molto più grandi di noi.

Se è un’Europa unita, ma nuova, allora sbrigatevi a costruirla. Perché non si vede traccia di futuro quando a casa propria hai la sensazione ( certezza) che comandino altri. I quali, per altro, fanno quello che gli pare.

Ecco le interviste con i lavoratori

Leggi anche: https://www.milano-positiva.it/2019/04/15/milano-positiva-la-mia-banca-e-migliore/

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Milano Positiva, il lavoro è un problema dannatamente serio e complesso https://www.milano-positiva.it/2019/03/29/milano-positiva-il-lavoro-e-un-problema-dannatamente-serio-e-complesso/ Fri, 29 Mar 2019 10:15:43 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=1661 Con l’avvento della tecnologia in cui si comunica con gli slogan e a colpi di tweet, riuscire a spiegare la complessità è diventata un’impresa. A dispetto dei social media manager, […]]]>

Con l’avvento della tecnologia in cui si comunica con gli slogan e a colpi di tweet, riuscire a spiegare la complessità è diventata un’impresa. A dispetto dei social media manager, che insegnano a comunicare alla velocità del battito di una palpebra, e spesso con la sola gestualità del corpo, ci spiace constatare che ridurre a semplici messaggi di fumo ( mediatico) la complessità della mente e della vita umana, è semplicemente una scemenza. Per la precisione: sui temi del lavoro la semplificazione in atto è che lavoro sarebbe anche quello a chiamata, per cui se lavori tre giorni l’anno l’istituto di statistica nazionale ti considerebbe a tutti gli effetti un occupato: solo che non è così. Quella persona non è un occupato. Un altro versante di una realtà complessa è quello del lavoro di alcune categorie. Negli scorsi giorni abbiamo avuto modo di parlare con alcuni centri per l’impiego. Ed è emerso che malgrado la necessità per molti di trovare un’occupazione, si registra una drammatica difficoltà a reperire uomini e donne per alcune categorie. Persone che lavorino con i muletti per le imprese, nel settore trasporti, imballaggi e stoccaggio; professionisti disposti a lavorare come infermieri, o categorie la cui professionalità richiedano impegni notturni. Persino lavorare nei supermercati avrebbe perso appeal e sarebbe meno gettonato che in passato. Il che significa che ci sono centri di distribuzione che faticano a reperire forza lavoro. I contratti in questo caso sono a tempo indeterminato ma ciò malgrado non ci sarebbe alcuna volontà di provvedere in modo compiuto ad avvalersi di questo genere d’occupazione. Un fenomeno in crescita, soprattutto al Nord, dove la richiesta e la formazione media è più alta ed in cui l’indice dei cervelli in fuga verso il Nord America, la Cina la Russia e il mondo anglosassone non conosce flessioni. Su questa condizione s’impone la necessità di riflettere per capire come a fronte di un mondo sempre più tecnologico ma a basso costo ( per alcune professionalità) si registra l’estinzione di altre carriere e lavori, tanto che è già sancito che da qui a 20 anni oltre il 90% delle occupazioni di oggi, non ci saranno più o saranno completamente modificate. Gli ostinati rappresentanti di un mondo che sembra non voler vedere i cambiamenti è il mondo del giornalismo. Spesso ancorato a tv e giornali, non ha capito che la fruizione del prodotto informazione è cambiato. Salite su un bus o un tram oppure su di un treno. Non vedrete più leggere i giornali. Osservate quante persone a casa loro la sera se ne stanno sui loro smartphone e si guardano ciò che a loro piace, rinunciando alla tv. Oggi persino il calcio è in Streaming. I contenuti ci sono, è cambiato il contenitore. Eppure c’è chi insiste sulla diade carta-tv. Il lavoro è una cosa maledettamente seria. Occorre preparazione per comprendere il proprio presente.

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