Minori affetti da disabilità gravissima: un’emergenza infinita in Lombardia

Il 15 giugno scorso il Consiglio Regionale ha presentato una mozione d’urgenza per i minori affetti da disabilità gravissima. La domanda incaricava la Regione ad aumentare il budget per l’assistenza domiciliare di minori con disabilità gravissima (ADI). Inoltre richiedeva di dotare il servizio di una disciplina dedicata. Nella mozione si richiedeva di creare le condizioni per cui gli infermieri incaricati in questo ambito ricevano uno stipendio adeguato.

La mozione mirava a risolvere un problema secolare ed aggravato dalla pandemia: la carenza di infermieri che si recano nelle case per curare i minori disabili.

A causa del Coronavirus, la domanda di infermieri nei centri di vaccinazione è aumentata. Lo stipendio è ben superiore a quello che offerto per gli enti che si occupano di ADI minori. Alla mozione è seguita la delibera regionale del 4 ottobre, che ha aumentato il budget per i servizi socio-sanitari e le tariffe riconosciute da chi li eroga.

Il numero di minori affetti da disabilità gravissima non seguiti da infermieri è in aumento

Peccato però che per l’ADI il budget non possa tradursi in possibilità di assunzione del personale. Questo perchè il personale degli enti autorizzati non fa parte del settore pubblico. Ma questo non è tutto: nei casi dell’ADI minori, nessun aumento tariffario potrebbe essere attivato. Questo perchè il servizio, dal 2012 ad oggi, è rimasto di fatto sperimentale e non fa parte del tariffario nazionale. Nella Regione è stato aperto un tavolo di lavoro dedicato all’ADI ma finora non è stato fatto nulla che abbia davvero avuto un impatto sulla situazione. La domanda di infermieri indotta dalla campagna vaccinale per la terza dose ha esacerbato il problema e il numero di bambini non seguiti da infermieri è in aumento.

La riforma sanitaria lombarda, approvata in nome della territorialità: una speranza verso il cambiamento

Per il momento l’ADI minori è menzionata nei titoli del provvedimento ma non risulta più compresa nel passaggio dai principi alla loro realizzazione. Eppure, non c’è niente di più territoriale dell’assistenza a domicilio, non c’è niente di più territoriale dell’ aiutare chi non può muoversi poichè affetto di malattie molto gravi, di aiutare minori affetti da disabilità gravissima.

L’ augurio è che nel passaggio alla fase operativa della riforma della sanità ci sia posto anche per l’ADI minori.