Sono dati ISTAT. Un milione di italiani fanno fatica a mettere qualcosa sul tavolo, per mangiare. E ad essere colpito è soprattutto il nord, soprattutto Milano. La città di Expo è evaporata a causa del virus. Bar e ristoranti chiusi. Chiusi i centri sportivi, le palestre, le piscine, i centri teatrali. Sbarrate le sale da concerto, serrati i centri commerciali nel week end.
E siamo solo all’inizio.
Nel processo di riallocazione del capitale ad essere chiuse saranno poi le scuole, quindi le banche che hanno da tempo cominciato processi di fusione per l’insostenibilità del debito contratto per i prestiti allocati secondo logiche politiche e non economiche. A quel punto, quando ad essere sussunto in questo processo sarà anche il sistema pubblico, lo sfascio sarà definitivo. Già oggi dunque diventa necessario distribuire pane da mangiare, cibo alle famiglie povere sempre più povere; dove ad essere assorbite sono coloro che facevano parte del ceto medio.
Milano Positiva ha stretto alcuni accordi con catene alimentari per raccogliere cibo per chi ha bisogno. Sono persone e famiglie, quelle di Milano Positiva, che spendono il loro tempo per sostenere il bisogno sempre più impellente di quanti nella grande metropoli milanese si mettono in fila davanti alla mensa dei poveri, o ai dormitori pubblici. Stiamo per essere travolti da una povertà post bellica che questa generazione non ha mai conosciuto.
Come associazione che assiste il bisogno noi ci siamo per aiutare chi è rimasto senza. Senza soldi, senza cibo, senza speranza. Ci siamo per dirvi che una mano siamo pronti a farvela sempre sentire vicina. Ce la faremo in qualche modo. Dio ci salvi dalla tempesta che è arrivata. È arrivata la miseria. Non aspettavamo bussasse alle porte dei milanesi. È il momento di aiutarsi.