Il senso della vita (e della morte)

Facciamo finta di non vederla. Soprassediamo. Spesso fingiamo di non accorgerci quando ci sfiora. Eppure è sempre con noi. Davanti a noi. Dentro di noi. La vita. E la morte. Ci costringono entrambe a guardare in direzioni che a volte non abbiamo scelto.

Ci costringono a fare i conti con la libertà. La nostra libertà. E con quella degli altri. Ci costringe, la vita, e la morte, a prendere una posizione: a cercare il senso del tutto, il senso delle nostre azioni. Ci costringe delle volte a condurre delle battaglie, a sottoscrivere armistizi. A volte c’impone di perdere: una lotta che ci siamo intestati, un impegno che non abbiamo portato a termine o un amico o una persona cara che se ne va

La vita e la morte sono la due facce della stessa medaglia, ed entrambe hanno la forza di modificare o indurre comportamenti a ciascuno di noi. Presto o tardi ci chiederà, la vita e la morte, di prendere una posizione. Di dire, affermare, urlare o sussurrare da che parte stiamo. Dove pende la nostra anima, il nostro cuore. Un confronto continuo, istantaneo. Pieno d’incognite e di sofferenza. Ma anche ricco e felicemente nutriente. Perché ogni tassello è parte di un mosaico che spiega il senso del tutto. Ed ogni strada è diversa, individuale, ogni cammino un solco tracciato dai passi percorsi con le proprie forze, con le proprie idee.

Un lascito che diventa storia. Che diventa memoria, per restare immortale. La memoria rende vivo, per sempre, chi ci ha lasciati con il corpo. Per restare per sempre con noi. Il senso della vita è sapere che nulla è per caso.

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