La figlia sta bene, ma la scuola l’obbliga a fare il tampone

È accaduto in Italia, in una scuola del nord. Quanto state per leggere è il racconto fatto direttamente da una mamma che fa la farmacista e una mattina si sente chiamare dalla scuola dove si trova sua figlia. Il resto ve lo faccio raccontare da lei. Ringrazio il medico che me l’ha segnalata questa storia incredibile

Stamattina ho portato A. a scuola e sono andata a lavoro.
Ovviamente stava benissimo.
Verso le 10,30 telefona la scuola dicendo che la bimba aveva la febbre e di andare a prenderla.
Chiedo quale fosse la temperatura e mi dicono che l’avevano provata 3-4 volte e ogni volta dava temperatura diversa . Una volta 37, poi oltre 38, poi 37,4 poi 37,8.
Gli dico che la bambina stamattina stava benissimo e il fatto che il loro termometro misurasse ogni volta una temperatura diversa già lasciava intuirne il livello di affidabilità.
Vado via dalla farmacia con un termometro digitale in borsa e vado a scuola.
All’entrata mi accoglie il dirigente scolastico e mi dice di attendere fuori la bimba e che aveva dovuto far partire la segnalazione all’asl per prassi.
Gli dico “senta, parlo con cognizione di causa dato che sono farmacista. Questi termoscanner lasciano il tempo che trovano, quindi se mi permette, vorrei provare la febbre ad Alessia con il mio termometro qui davanti a voi.”
Un po’ in imbarazzo mi dice ok.
Provo la febbre alla bimba (che era assolutamente fresca al tatto e vispa): 35.
Mostro il termometro al dirigente e dico “e quindi?”
Lui “e per oggi deve andare a casa , purtroppo devo seguire le procedure le lascio il foglio per fare il tampone in uno dei centri adibiti per gli studenti “
Io: “ la bambina non ha febbre, non ha tosse, non ha raffreddore , non ha mal di gola, in base a cosa dovrei fare un tampone?”
Lui mi dice che purtroppo una volta che il bambino viene allontanato da scuola sono costretti ad avere il tampone per riammetterli.
Chiedo se posso fare un tampone rapido a casa senza andare in un centro adibito, mi dice che se il pediatra certifica, va bene.
Senza ovviamente avere alcuna intenzione di fare un tampone a mia figlia, dico ok e vado via.
A casa riprovo la febbre a mia figlia con un termometro al galistan ( quello tipo mercurio per intenderci, che devi tenere 5 min): 35,9.
Chiamo il pediatra della mutua sempre gentilissimo, gli spiego tutto e sottolineo che non intendo fare tampone ad una bambina senza alcun sintomo.
Mi dice che gli era già successo e aveva fatto un certificato ad un bambino senza febbre e senza sintomi, senza fare tampone : non hanno accettato il bambino a scuola.
Gli spiego che io ho un tampone rapido a casa.
Lui mi dice lo faccia e poi mi faccia sapere senza nemmeno portarmi la bambina tanto se sta bene non serve vederla, poi io le lascio il certificato.
Con questo mi lascia intendere che si fida della mia parola.
Quindi “parola” sarà.
Stasera ritiro il certificato. Tampone negativo ovviamente sulla parola. E domani A. torna a scuola.
Ovviamente il mio lavoro mi consente di fare cose che un altro non potrebbe fare e in questa merda mi ritengo fortunata ( anche per il fatto di avere un pediatra con sale in zucca), però vi dico: state attenti!
Verificate la febbre davanti ai dirigenti scolastici e se serve fatevi sentire!
Non correte a fare tamponi inutili.
Non fatevi mettere i piedi in testa.

Ovviamente in un caso del genere è indispensabile far partire tempestivamente una diffida alla scuola con richiesta (da parte di un avvocato) di risarcimento.
Chiaramente valutare l’ipotesi di denunciare il DS e insegnante che in quel momento era responsabile del minore