Perseverare con una comunicazione sbagliata

Occorre dirlo: è di nuovo infodemia acuta con una tendenza al terrorismo mediatico. Reato continuato con l’aggravante dell’intimidazione e del procurato allarme. I media non hanno dolosamente voluto intendere la differenza tra informazione e terrorismo e di questo, presto o tardi, dovranno pagare davanti all’opinione pubblica. Facile che molti di loro siano espulsi dal mercato quanto prima, andando in fallimento. Per essere ancora più chiari: ci sono note notissime testate giornalistiche che hanno creato un panico diffuso, un allarmismo incontrollato con immagini e titoli inequivocabili. Tragedia, guerra, disperazione, fine del mondo. Sono i giornali italiani che fanno finta di non conoscere le regole della comunicazione. La consapevolezza che hanno che creare stati d’angoscia senza indicare una soluzione, senza mai descrivere una via d’uscita genera, in chi è raggiunto dall’informazione, uno stato di paura, prima, e di rabbia poi che può diventare incontrollata. Assistiamo oggi ai primi casi di violenza di piazza ancora molto contenuta, ma è evidente ad una disamina clinica, che potrebbero esserci molto presto dei lupi solitari che potrebbero decidere di farsi giustizia da sé. Giustizia contro chi istiga alla chiusura di tutto, senza indicare se e soprattutto quando arriverà un ristoro. Giustizia contro chi continua a dire che ci stiamo andando a schiantare, che non arriveremo a Natale senza dirci dove si trovi il pulsante per fermare questa corsa impazzita. Giustizia verso chi, ipocondriaco, ha rispettato tutte le regole chiudendosi in casa da 8 mesi, senza uscire mai salvo che per fare la spesa, e si sente dire adesso che i suoi sforzi sono stati vani. Giustizia verso quelle madri che hanno deciso di concepire un figlio e si sentono dire che potrebbe non farcela, giustizia verso quegli imprenditori e quelle imprenditrici che hanno fatto di tutto per mettere in sicurezza locali, cinema ristoranti e teatri e si vedono chiudere, mentre gli ospedali non sono stati messi in sicurezza, di nuovi non ne sono stati costruiti e il personale medico e paramedico non è stato incrementato alla bisogna. L’epilogo inevitabile di questa irresponsabile comunicazione violenta, terrorista, angosciante, è che presto o tardi la rabbia dovrà trovare il modo di esplodere. È allora che tutto diventerà incontrollabile se non si mettono persone capaci di comunicare nei posti giusti nel momento in cui serve. Indichiamo un solo esempio che dovrebbe essere seguito: è la pagina facebook di Pillole di ottimismo del Prof Paolo Spada e dal Prof. Guido Silvestri. Ogni giorno informano i lettori ma spiegano come se ne esce dal virus maledetto. Offrono un timing per capire quando si potrà vedere un po’ di sole all’orizzonte. Indicano le medicine che funzionano, come curare a casa le persone, quando i vaccini saranno disponibili. L’informazione è responsabilità. Se si mette nelle mani del profitto, degli incassi, dei clickbait non sorprendetevi se presto o tardi la gente vi riterrà un capro espiatorio su cui sfogare la propria angoscia e la propria paura. Non potrete dire “non potevo sapere”