Solidarietà e competenza

Sono giorni convulsi, difficili. Le aree dei Pronto Soccorso di Milano sono intasate. La sorveglianza attiva non funziona e le Usca, le unità d’intervento domiciliare per i contagiati da Covid sono insufficienti. Cosi come sono insufficienti i posti letto, i medici ed il personale infermieristico. Non bastano neppure i nosocomi che non coprono il fabbisogno attuale.

In questa complessità brutale ci troviamo di fronte anche ad un muro di malati che non riescono a curarsi a casa e che ricorrono all’ospedalizzazione: manca anche la medicina del territorio che è andata fuori controllo, così come il virus i cui focolai sono divampati senza che si sia riusciti a tenerli sotto controllo. Ieri sera Report ha mostrato alcuni documenti dell’Associazione Noi denunceremo di Bergamo fondata da Luca Fusco il quale ha mostrato alcune mail in cui i direttori sanitari dei nosocomi lombardi durante il mese di Marzo disperatamente chiedevano Cipap, i respiratori che consentono a chi va in affanno di riuscire a respirare, e altri dispositivi di protezione che mancavano. Da quel che si è appreso semplicemente la Regione Lombardia si sarebbe dimenticata, documenti alla mano, di fare l’ordine proprio per l’area più colpita dal Covid e più in affanno, per non dire in emergenza assoluta, visto quello che è successo tra Alzano e Nembro. La situazione dunque è precipitata per un’assoluta mancanza di solidarietà e di consapevolezza di quanto stava accadendo in quei giorni. Condizione che si è reiterata ancora in queste settimane.

Il Covid passerà come tutte le cose e come tutte le cose brutte. Quello che non si può accettare e che tutto passi senza che nessuno paghi. E soprattutto non si può non pensare che questa classe dirigente sia mandata a casa quanto prima. Occorre riuscire ad avere una classe dirigente che faccia della solidarietà una missione del proprio operare pubblico. E non un’occasione per coltivare interessi personali.