Giovani, l’ansia di vivere

Hanno contingentato persino l’ingresso negli oratori. Cui si può accedere oggi solo se si è iscritti. Accade anche questo nel municipio 2 di Milano, dove essere giovani sta diventando sempre più difficile e complesso. Le ragioni sono quelle attinenti al Covid: il distanziamento sociale, l’obbligo delle mascherine, l’attenzionamento contro la peste del secolo. E così i ragazzi, soprattutto quelli più difficili, soprattutto quelli più soli, non sanno dove stare, e come stare. Non possono “assembrarsi”, non possono fare gruppo, perché la medicina moderna gli suggerisce di tenersi a distanza: pena la morte da colpa improvvisa, causata da irresponsabilità. Non hanno un luogo o uno spazio cui stare. Persino le panchine sono bandite, perché luogo potenziale di contagio. È anche per questo che sono sempre di più i ragazzi che fanno uso di psicofarmaci. Di sostanze inibenti il pensiero, che tendono ad ottundere gli effetti e a rimuovere le cause di una diffusa angoscia esistenziale giovanile, che il narcisismo dilagante tende a distanziare socialmente, perché il distanziamento sociale è una malattia della malattia e sta generando ragazzi interiormente vivaci; costretti dentro la logica del “capitale umano”, il quale voracizza in una dimensione economica, qualunque vagito di umanità.

I ragazzi faticano a stare, compresi dentro la morsa del consumismo, quale unica vocazione riconosciuta dell’antropologia spicciola da dipendenza televisiva, che qualifica o demansiona la qualità umana dei più giovani. È il dramma di una società liberale a parole e illiberale nei fatti, con drammatici tratti di consumata dipendenza, quale articolazione del potere moderno del controllo. Da questo prologo la conseguenza del ricorso agli psicofarmaci, alla pillola salva vita e salva angoscia, la pasticca che mandi giù per non pensare, per sgravare dal peso insopportabile, una vita priva di senso. Un cammino sconnesso, pieno di buche, di orpelli, di ostacoli.

A questa generazione così sola, l’auspicio di uscire da questa trappola cui sono stati costretti. L’augurio di un atto di ribellione, di rottura, sano, generoso, intero, prodigale. Un nuovo inizio da cui ripartire dove il distanziamento sociale a norma, rimanga solo negli intenti della nouvelle vague filoparanoica odierna