Milano, il Covid e i vaccini

“La Regione Lombardia ha dichiarato di averli a disposizione, ma i cinque milioni di vaccini anti influenzali necessari a contrastare l’influenza, così da poter distinguere quella, dal Covid, non sono ancora disponibili”

A dichiararlo la consigliera regionale del PD Carmela Rozza, che prima di fare la politica, era un’infermiera. “I bandi sono ancora aperti, quindi le provviste non sono complete. Questo significa che per chi rientrerà nelle scuole, sarà il caos. Non vi sono i vaccini per tutti”

Al di là dell’ormai risaputa inettitudine della Regione sul tema Covid, balzano all’attenzione di chi legge almeno due temi. Il primo: chi ha detto che il Coronavirus si combatte con un vaccino? Allo stato sappiamo infatti che in Europa è arrivato, attraverso la Germania, via oriente, un ceppo diverso, dunque mutato, da quello cinese. E sappiamo anche, lo dice uno studio condotto da Massimo Ciccozzi e Robert Gallo ripreso dal Prof. Bassetti del San Martino di Genova, che il Virus ha modificato la sua carica virale.

E dunque se il virus muta, cosa andremmo a contrastare con un vaccino? È di ieri la notizia che un uomo di Hong Kong si è ammalato nuovamente di Covid dopo averlo fatto nei mesi scorsi (

Hong Kong, confermato primo caso di reinfezione da coronavirus – la …
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Pertanto di cosa parliamo quando s’afferma che con il vaccino si guarirebbe dal Covid? E soprattutto: a Milano in che modo, vaccinando contro l’influenza, avremmo contezza di poter certificare che un’influenza non sia Covid?

Secondo quanto appreso fin qui sul virus, sappiamo che quest’ultimo produce una coagulazione intravascolare disseminata. E che in fase uno e due, il contrasto con antivirali e l’idrossiclorochina, o il desametasone, hanno fin qui dato buoni risultati. Stiamo ai numeri. Sugli oltre 250.000 positivi attuali riscontrati ( ma in teoria in Italia i positivi potrebbero essere fino a 12 milioni) abbiamo avuto 200.000 guarigioni e 35.000 morti. Cioè oltre l’80% di guariti: paucosintomatici o asintomatici. Sappiamo anche che avendo uno screening di soli 250.000 positivi su una popolazione tamponata percentualmente inferiore al 5%, cioè meno di 3 milioni di persone in Italia hanno fatto il tampone, questo significa che l’effettiva distribuzione del virus non è ancora conosciuta per intero.

Pur tuttavia: con i dati in nostro possesso possiamo dire che un vaccino è quanto meno prematuro non sapendo in che modo il virus muta. Come tutti i suoi simili il Covid-19 tende a voler vivere. Si trasforma per questo: essendo un ente vivente, non vuole morire. Vuole adattarsi al corpo umano.

Dica adesso chi legge se sussistono le basi per parlare di vaccino e soprattutto se a Milano, alla riapertura delle scuole, abbiamo provveduto a fare il necessario: distanziamento fisico, uso razionale delle mascherine ( con adeguati cambi) e sufficiente presenza del gel (è di oggi la notizia che non ve ne sarebbe abbastanza: https://www.corriere.it/buone-notizie/cards/farmaci-donazioni-record-ma-non-basta-ancora-sos-antibiotici-mascherine/record-donazioni_principale.shtml)