Il diritto a vivere di chi sta in carrozzella

Alla fine ci siamo andati alla fermata della metropolitana milanese di Rovereto. Insieme a quella di Pasteur e di Turro appartiene al trittico di stazioni che, una via l’altra, non hanno nè scivoli nè ascensori per i diversamente abili. Una barriera architettonica culturale e politica, rimasta irrisolta.

Per questo abbiamo chiamato l’Alfiere della Repubblica Marcos Cappato il cui mandato a scuotere le coscienze lo ha avuto direttamente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Rompere le scatole, è il suo mestiere. Cosi in data 13 Luglio, il giorno prima della presa della Bastiglia, si è recato davanti alla stazione di Rovereto accompagnato dal padre Alessandro e dal Presidente di Milano Positiva, Gianni Zais.

Marcos ha ricordato perché la battaglia per i disabili è giusta e oltrepassa anche lui per arrivare a chiunque viva questa condizione: da soggetto attivo, costretto su una sedie a rotelle, oppure da soggetto passivo, costretto ad aiutare chi su una sedia deve starci per forza ma deve avere o qualcuno che lo spinga o qualcuno che comunque si occupi di lui, a cagione del tipo di malattia che lo ha colpito. Bastano le immagini per capire che tipo di vita conduce chi è costretto su una sedia a rotelle, magari con le gambe bloccate ed uno schienale anatomico appositamente costruito per assorbire il tipo di sollecitazioni a cui è costretto a causa del selciato. Immaginate cosa può significare dover essere trasportati a mano da un genitore o da due portantini che si debbano occupare di chi non può essere autonomo, mentre si viene incrociati dallo sguardo ora curioso, ora infastidito, ora imbarazzato, di chi ti precede o ti sopraggiunge. Marcos con la sua consueta spigliatezza e determinazione, malgrado il caldo e il disagio di trovarsi a dover ripetere per la miliardesima volta qualcosa che poi nessuno ascolta, ha comunque fatto il suo appello. La vita vale la pena di essere vissuta finché l’ anima riesce ad abbracciare l’esistenza e a farle urlare la sua indignazione quando l’identità umana viene ferita. State sicuri che su quel ciglio, su quella linea di passaggio, troverete Marcos Cappato. Una sedia a rotelle non ha fermato la sua voglia di continuare a gridare che possono togliergli tutto, ma non possono togliergli la libertà di essere.