Perché è così difficile aiutare a Milano?

Assessorato alle politiche sociali di Milano. È il 9 di Luglio, ore 11.00

Entro negli uffici di Largo Treves, dalla porta d’uscita, segnalatomi da uno dei quattro ragazzi della reception, perché l’ingresso è sbarrato. Mi ci sto dirigendo, in Assessorato, con l’intento d’individuare un hub, un locale dove la nostra associazione possa stoccare il cibo da distribuire alla gente che ne ha bisogno. Facciamo questo, lo fa Gianni Zais prima di tutto, il suo Presidente, durante il tempo che potremmo dedicare allo svago. Lo impegniamo ad occuparci delle esigenze degli altri.

Prima di essere ricevuto, una volta lì giunto, passano quasi 30 minuti. In Assessorato infatti c’è una sola persona. Gli uffici sono vuoti. Al contrario all’ingresso sono in quattro. Uno mi misura la febbre, l’altro prende i nomi. Altri due, allo sportello, un uomo e una donna, indirizzano le persone che entrano. Gentilissimi. Quando chiedo di poter incontrare l’Assessore Rabaiotti, ovviamente non c’è, e non c’è neppure uno staff. C’è solo la signora Mara, elegante con i capelli biondi, occhiali tondi, che con un sorriso solare mi accoglie nel silenzio di uffici sguarniti di personale.

Spiego la problematica. Indico la necessità di mantenere l’integrità del cibo minacciato dal caldo di questi giorni, che ci viene donato; e l’urgenza di individuare un posto dove stoccare il cibo che ci viene offerto dai supermercati. Lei capisce. Annuisce con la testa, sempre in modo gentile. Poi mi spiega che in questi casi si dovrebbe procedere per bandi e che comunque cedere ad un’associazione privata degli spazi pubblici significa poi rispondere civilmente se qualcuno eventualmente s’infortunasse. Chiedo di poter parlare all’Assessore “che però, guardi, ci sarà solo nel pomeriggio”

Cosi lascio i riferimenti del presidente Gianni Zais, chiedendo se cortesemente può esserci dedicato qualche minuto. Dobbiamo aiutare le famiglie in difficoltà a Milano, per aver perso il posto di lavoro a causa del Covid.

Sono passate nel frattempo 24 ore, dal mio passaggio all’Assessorato. Nessuno ci ha chiamato. Anche solo per farci sapere che magari saremo richiamati tra una settimana. Solo silenzio.

Una sola persona per l’intero Assessorato alle politiche sociali. Neanche una chiamata per aiutare chi vuole aiutare. Nelle stesse ore il Ministro dell’Interni Lamorgese, ex Prefetto a Milano, dichiara di temere tensioni sociali in Italia da Settembre. Chi se lo sarebbe mai aspettato, vero?