Covid-19, c’è una cura, ma al Ministero non la considerano

Si chiama Desametasone, è un antinfiammatorio steroideo, ed è stato presentato da un gruppo di medici inglesi alla BBC come uno dei possibili farmaci da applicare nelle cure contro il Coronavirus. Insieme all’idrossiclorochina e all’Eparina e all’Aspirina come anticoaugulante, rappresenta una possibile via d’uscita a chi contrae il Covid

Gli scienziati inglesi da Oxford avrebbero dimostrato che, applicato sui malati di Covid, avrebbe dato una risposta positiva almeno nel 50% dei casi. La notizia è ancora più rilevante considerando che lo scorso 24 Aprile il gruppo del Prof. Pietro Sestili (Professore di Farmacologia, Dipartimento di Scienze Biomolecolari – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo) aveva indirizzato una missiva al Ministero della Sanità e a Roberto Speranza affinché autorizzasse, tra le possibili terapie, anche l’uso di questo farmaco. Due mesi più tardi, il 17 Giugno, la BBC presenta uno studio di medici compatrioti che affermerebbe l’efficacia di questo farmaco. Poiché è la BBC diamo almeno il beneficio d’inventario che la notizia non sia una fake.

Rilevante è piuttosto il fatto che in Italia non se ne sia avuta notizia. E non ci sia traccia del fatto che medici diversi, in contesti diversi, abbiano segnalato i progressi e le ricerche condotte nei propri ospedali. Uno di questi medici è il Dr. Stefano Manera, medico anestesista e di rianimazione che ha lavorato come medico volontario presso l’Ospedale Giovanni XXIII a Bergamo durante l’emergenza Covid.

Il Dottore ha però una specializzazione anche come medico omeopatico e da allora la sua intraprendenza e la sua prodigalità è meno apprezzata. Di fatto, avendo assunto posizioni in distonia con l’opinione della scienza ufficiale, laddove il suo impegno si concentra sull’individuazione di terapie che permettano di superare il Covid, senza la messianica attesa di un vaccino, oggi il Dr. Manera è stato diffidato dallo stesso nosocomio dal far sapere di aver lì lavorato, durante l’emergenza Covid. E come un appestato, o un pericoloso divulgatore di fake news, viene trattato alla stregua di un cospiratore.

In realtà, sono i dati a parlare. A metà aprile abbiamo raggiunto il picco di malati in terapia intensiva, in Italia. Erano quasi 4500. In Lombardia abbiamo raggiunto il picco di 1400 in terapia intensiva.

Oggi in tutta Italia le persone colpite da Covid in terapia intensiva sono meno di 200 e in Lombardia meno di 90. L’emergenza sanitaria non c’è più. Perché abbiamo trovato il modo di combattere il virus, anche grazie a una minore carica virale del Covid, ma anche per l’uso della medicina del territorio che interviene con le terapie nella prima fase della malattia.

Malgrado i numeri, malgrado la chiusura dei reparti Covid, malgrado i farmaci abbiano dato un primo incoraggiante risultato, e non abbiamo citato la plasmaterapia del Prof. De Donno di Mantova, si continua a parlare di vaccino. Il desametasone costa 5 Euro, la plasmaterapia nasce da donazioni volontarie e gratuite di sangue. Il vaccino muove interessi miliardari. A pensar male si fa peccato. Ma come c’insegna Giulio Andreotti, spesso ci si prende.