“La Regione ci aiuti”: le agenzie viaggi in piazza

“Non lo abbiamo mai fatto prima. Abbiamo sempre prodotto ricchezza, creato lavoro, pagato le tasse. Questa crisi però ha letteralmente spezzato il nostro ciclo vitale, abbiamo perso il lavoro programmato da Ottobre, significa essere rimasti senza stipendio per mesi. E di ammortizzatori sociali s’è visto pochissimo”

Silvia Farano ha una sua agenzia viaggi a Milano, in Via Washington. Zona residenziale e con un prodotto interno piuttosto sostenuto. Il reddito procapite del Municipio in cui lavora è certo tra i meglio quotati della città. Eppure insieme ad altri colleghi delle agenzie viaggi ha deciso di scendere in piazza, proprio davanti al Palazzo Pirelli, quello del Consiglio Regionale e delle forze politiche che lo compongono e a cui chiedono sostegno. “Abbiamo perso il 100% della nostra clientela la quale prenota i viaggi, soprattutto quelli di nozze o quelli di lungo periodo, mesi prima. Qualcuno ha preso il sostegno dei 600 Euro come libero professionista, ma non tutti: e comunque si tratta di 600 Euro, mentre di cassa integrazione se n’è vista pochissimo. Per questo abbiamo bisogno che la nostra Regione intervenga. Non abbiamo mai chiesto niente prima, ma adesso abbiamo veramente bisogno”

Silvia rappresenta quell’insieme di piccoli imprenditori che costituisce il motore della città di Milano in cui, dal 2015 in poi a partire da Expo, il turismo è diventato uno straordinario volano per il capoluogo lombardo dichiarato uno delle mete preferite dai turisti di tutto il pianeta. Il Covid -19, è stata una disgrazia che si è abbattuta in modo violento su di un mercato che è sempre andato bene. Il problema si è venuto a creare anche perché non sono arrivati gli aiuti che il Governo aveva promesso. “Abbiamo veramente bisogno di aiuto, tour operator e agenzie che sono due comparti diversi ma inscindibili”.

Il grido di dolore è arrivato forte e chiaro proprio davanti al Palazzo del Governo della Regione. Resta da capire se chi di dovere saprà accoglierlo.

“Siamo tanti, veramente tanti e il nostro contributo al prodotto interno lordo lombardo con le nostre tasse è rilevante” chiosa ancora Silvia. La quale non avrebbe mai immaginato probabilmente un giorno di dover scendere in Piazza a rammentare che l’esercizio della democrazia non è solo quello di onorare i debiti con lo Stato pagando i dovuti balzelli fiscali, ma anche quello di essere sostenuti nel momento del bisogno. Democrazia è reciprocità.

L’intervista