Tamponi in Lombardia, estenuante attesa

Quando arriveranno i tamponi per tutti in Lombardia? Lo domanda Gianni Zais presidente di Milano Positiva associazione di promozione sociale sempre più attiva all’interno del Municipio due di Milano.

“Dal 4 Maggio sono sempre di più le persone libere di circolare grazie all’allentamento dei vincoli voluti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Molte di queste circolano senza sapere se sono o no asintomatiche e positive, eventualmente, al virus di Covid-19. Significa che tanta gente in buona fede in questo momento potrebbe essere una potenziale bomba sanitaria per la nostra regione e per la città di Milano. Quando arriveranno finalmente i tamponi per conoscere la reale situazione delle persone che circolano all’interno e all’esterno dei grandi centri urbani lombardi? Quando sapremo se potenziali malati stanno contagiando le persone anche solo prendendo un mezzo pubblico?

Queste le domande del Presidente di Milano Positiva che in una delle vie più affollate ed interetniche della città, Via Padova, pone un quesito esiziale alle autorità regionali, responsabili di decisioni che appaiono sempre più confuse e certamente incapaci di arrivare a fornire un quadro chiaro, soprattutto sul piano della prevenzione sanitaria. Lo stesso Governatore Attilio Fontana dichiara che mancano i tamponi perché mancano i reagenti che invece sembrano esserci in tutte le altre regioni alla luce del fatto che i numeri dicono che la malattia sembrerebbe essere decisamente sotto controllo, nelle altre regioni, se è vero, com’è vero, che nessun altra fa registrare il numero di positivi e di vittime pari a quello della Lombardia, sebbene statisticamente anche qui si registri fortunatamente una lenta discesa. Ma è proprio l’avverbio “fortunatamente” a destare più di qualche perplessità. La Lombardia appare una regione che non sembra avere una strategia per combattere il Coronavirus, al contrario del Veneto e dell’Emilia Romagna. Ed il silenzio e la lentezza della Regione nel fornire risposte sul piano della mappatura della malattia e della sua individuazione geografica, preoccupa non poco. Il rischio è soprattutto quello di bloccare la filiera del lavoro e delle imprese. Generando una problematica se possibile ancora più grave: quella del lavoro. Se crolla la Lombardia, crolla il Paese.

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