Siamo in balia degli eventi. Il Coronavirus sta scrivendo una nuova pagina della storia italiana. L’ennesima in cui si mostrano falle, incertezze, incompetenze in una delle principali regioni d’Europa.
Nella giornata di ieri il Governatore annunciava di voler mandare due assessori in zona rossa. Frenati solo all’ultimo momento. Ovvero quando si è saputo che c’era un assessore positivo al test del Coronavirus.
Quello che sorprende sono le decisioni che vengono assunte. E quelle che invece non vengono prese. In un’incoerenza tra parole e azioni, evidente. Tutti gli assessori sono stati sottoposti al test ieri. E tutti, a parte Alberto Mattinzoli, sono risultati negativi.
E dove sostano gli assessori ogni martedì? Al Palazzo Pirelli. E dove si trovano le commissioni? A Palazzo Pirelli. E dove sono gli uffici di quei consiglieri che vivono in zona rossa? A Palazzo Pirelli.
È stato per questo deciso di evacuare il palazzo e di porre in essere una massiccia sanificazione? No, non è stato fatto.
Chi scrive non pensa che queste misure draconiane siano necessarie, stante l’osservazione per cui il Coronavirus pur aggressivo, pare essere pericoloso solo per persone molto anziane.
E anche per il fatto che proprio la collaboratrice del Governatore Fontana dichiarata malata e positiva al test 5 giorni fa, è stata dichiarata già guarita dallo stesso Attilio Fontana. Un’ottima notizia, che scalda i cuori e rassicura. E che però fa pensare. Fa pensare perché l’oracolo di Delfi Roberto Burioni è stato chiaro.
“È sufficiente che una persona positiva al test tocchi un tasto di un ascensore per infettare un’altra persona”
Ieri ha persino bacchettato il sindaco di Firenze perché ha riaperto gli Uffizi: ” Il Coronavirus ringrazia” ha scritto.
E allora delle due l’una: o il Coronavirus è pericoloso e particolamente facile alla diffusione e quindi virulento; e allora occorre chiudere il Palazzo della Regione dove si trovano gli uffici dei consiglieri e dove si tengono i consigli regionali con Giunta e consiglieri e staff tutti presenti.
Oppure il pericolo non sussiste; o non nelle forme fin qui presentate e si ritiene quindi che qualche accortezza ( lavarsi le mani, indossare i guanti, magari mettere delle mascherine) possa essere sufficiente a evitare il contagio e ad evitare di fermare i lavori.
In ogni caso quello che si vede è una superficialità sostanziale. Quello che si evince è che manchi qualcuno che sappia esattamente cosa sta succedendo e come gestire quello che rimane.
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Foto in copertina di Elena Galimberti