Internet è vietato ai minori: che ci fanno milioni di marmocchi collegati?

Certo fa specie sentirselo dire da una psicoterapeuta e non ad esempio da uno dei tanti studi legali che proliferano in città e si occupano di comunicazione. Tuttavia è proprio così. Internet è vietato ai minori i quali per accedervi dovrebbero farsi autorizzare dai propri genitori. Di più: lo sapevate che la vostra lista di nomi che avete su whatsapp dovrebbe essere autorizzata dalle stesse persone? Ogni volta che scrivete un messaggio dovreste avere un documento di autorizzazione dalla persona cui state scrivendo

Una sorta di liberatoria come quella che si firma quando si entra in uno studio televisivo per partecipare ad una trasmissione. Quanti di voi posseggono anche solo una liberatoria tra le centinaia o migliaia di nomi che avete su WhatsApp? Ma soprattutto: che ci fanno milioni di bambini su Internet a cui fino alla maggiore età dovrebbe essere interdetto l’accesso?

E dunque se questa deliberata evasione di massa dalle regole è diventata l’unica vera condivisa norma, resta da capire a quale scopo sia messa a repentaglio la vita dei nostri bambini e dei nostri adolescenti non ancora maggiorenni

La professoressa Ponti lo spiega in questa paradigmatica declinazione di quelli che appaiono essere i social ed in particolare proprio Facebook. Sostanzialmente, dice, servono a studiare i comportamenti umani. In questo modo si possono ottenere predittivamente modelli di comportamento e di consumo, così da poter stimolare il soggetto minorenne ad acquistare. Insomma, l’homo consumens attraverso internet e Facebook, ma anche Instagram, Twitter, Tic Toc e alla via così, altro non sono che facilitatori al consumo. Servono a risvegliare il narcisismo della persona, meglio ancora se fagocitata in un momento in cui non ha acquisito modelli intellettuali di analisi dei propri comportamenti e quindi non ha piena coscienza di sé. Perché così, in questo modo, posso indurre la sua stabile insicurezza ad assumere un comportamento psicologicamente instabile e quindi a patologizzarsi. Il meccanismo lo osserviamo in forme e modi diversi: nelle scommesse, cui pure dovrebbero stare lontani ma la ludopatia si sta diffondendo sempre di più proprio tra i minori, i video giochi sempre più violenti da cui i ragazzi non si staccano per ore, fino alla pornografia che sollecita la domanda di sessualità in corpi e psicologie che stanno formando la loro identità sessuale. Insomma i social come paradigma di modernità e di utilità se intesi e compresi come supporto alla psicologia individuale; ma anche fogna dentro il quale si trova il peggio dell’inconscio umano nelle forme del moderno consumismo

Qualcuno sta elaborando i riflessi che avrà sulle persone? I costi che lievitano nel mondo sanitario? Assolutamente no. È stata data un’arma e ora milioni di ragazzini sono esposti ad una roulette russa. Dobbiamo sperare che il colpo in canna non sia quello che colpirà proprio noi. Perché ogni ragazzo diventa poi un uomo o una donna. Infelice.

Ecco un’altra parte della conferenza della Prof.ssa Ponti