La storia di X Vivaio, che aiuta i disabili a casa loro (e lo Stato, no)

L’Evento Iocisonoetu è stata l’occasione per venire a contatto con decine di realtà che operano sul territorio milanese, in particolare. Oggi raccontiamo la storia di X Vivaio.

In tempi di decadenza politica e di assoluta incompetenza nel merito delle materie chiamate a gestire, i cittadini sono ormai obbligati a surrogarsi, quali garanti dell’architettura democratica, al posto.di chi dovrebbe farlo: la comunità politica.

Nobile gesto certamente, se non fosse che questo esercizio responsabile della libertà, in una democrazia rappresentativa, dovrebbe essere ottemperato da chi è lautamente pagato per farlo. Invece, racconta la realtà, molto spesso è proprio chi è delegato a farlo, che ha dismesso i panni dell’esecutore diretto, dell’esercizio responsabile.

X Vivaio, in particolare si occupa di aiutare le famiglie che hanno disabili in casa. Cinque persone ed un insegnante sono riusciti a fare quello che tutte le istituzioni lombarde non sono riuscite e non hanno voluto fare: aiutare i bambini che hanno bisogno. Allora in cinque, più un insegnante di musica, in una scuola media di Via Vivaio, all’Istituto dei Ciechi, hanno pensato di fare da soli quello che lo Stato si rifiuta di vedere: che un cieco riesce a pensare, ha una soggettività politica e culturale e il suo contributo può diventare di grande valore. Può persino regalare un po’ di felicità. In questa intervista Umberto e Paola mi raccontano quello che hanno realizzato. Cioè l’idea che i ragazzi che appartengono ad una classe possano andare a casa dei propri compagni disabili e aiutarli a casa loro. A fare i compiti, oppure ad ascoltare la musica o più semplicemente a cucinare.

Perché il concetto di base è che un malato ha forme modi e reazioni diverse se viene curato o semplicemente aiutato in un istituto oppure a casa propria.

Empiricamente è dimostrato che un disabile curato tra le mura di casa e con la vicinanza della famiglia, si trova in condizioni di oggettiva differenza perché anche se la scienza non può misurarlo, l’amore può curare e guarire, anche se non lo troverete scritto da nessuna parte.Vale anche per la politica. Può essere una cosa molto utile e fare un gran bene all’altro da sé, qualora sia esercitata con la prossimità dovuta.

Oppure può diventare l’esercizio immediato di una dichiarata e manifesta incapacità molto spesso prossima alla disonestà applicata alla politica. La differenza come sempre in tutte le cose della vita la fanno gli esseri umani.