Milano Positiva: lasciamo esprimere le loro emozioni ai ragazzi

C’era anche lei, il giorno d’apertura di Iocisonoetu a Milano, la rassegna voluta dall’associazione Milano Positiva, lo scorso 17 Maggio. L’unico momento della tre giorni all’Arena, in cui non ha piovuto e oltre mille ragazzi hanno preso parte ad una serie di eventi sportivi e d’incontri, con le istituzioni.

Paola De Micheli è la vice segretaria del PD, ed è anche presidente della Federazione nazionale di Pallavolo.

Una cosa di lei mi ha colpito molto. La frase che potrete sentire nella breve intervista che le ho fatto: “Lasciate che i ragazzi possano esprimere le loro emozioni”. La De Micheli lo dice riferita all’importanza dello sport come vettore per diffondere un’architettura valoriale.

A me però ha colpito perché, nella freschezza del suo parlare, così sentitamente emiliano, si percepisce la dimestichezza nel cimentarsi con l’ascolto dei più giovani. Soprattutto si coglie il bisogno di lasciare uno spazio d’espressione ai ragazzi, pervasi da una tecnologia che li sussume in un vortice egolatrico, egoistico, narcisistico, e li risucchia in una dimensione di solitudine.

L’appello che fa la madre, Paola De Micheli, coglie l’essenza, lo spirito della rassegna. Veicolare, cioè, un’idea di libertà che si svincoli dal consumo inconsapevole della vita, per lasciare spazio ad una presa di coscienza proprio attraverso i valori dello sport.

Acquisire la consapevolezza dei propri limiti, confrontarsi con la sofferenza, con la resistenza, con la necessità  di affermare il proprio sé dentro una comunità, quella sportiva, in cui convivono l’antagonismo e la solidarietà, la competizione ma anche il rispetto.

Lasciare esprimere le emozioni ai nostri ragazzi, coglie lo spirito di una generazione contratta e pressata dal paradigma del consumismo contemporaneo, in cui tutto deve appunto essere consumato, possibilmente in modo sempre più  veloce.

Così da liberare uno spazio alla spesa successiva, in una sfrenata ed irrazionale appropriazione di risorse e di beni materiali, che diventano così un surrogato – inappagante –  del vivere quotidiano. Il richiamo ai valori dello sport a questo serve: a declinare il senso di appartenza ad una comunità, con la coscienza di essere parte di un tutto. In cui ogni cosa ci appartiene, anche l’altro da noi. Ed in cui il rispetto ed il riconoscimento è il primo valore su cui fondare il concetto di comunità