Li trovate spesso davanti ai ristoranti oppure alle catene alimentari di food. Oppure l’incrociate per strada: voi sulle vostre macchine o sui vostri scooter, loro in bicicletta con i loro pesanti zaini pieni di cibo da consegnare, sono i rider.
I Rider sono gente seria, spesso giovanissimi e stranieri, ma ci sono anche tanti di loro che giovani non lo sono più: sono italiani che sono ripartiti dalla bicicletta, sul modello delle Cina Comunista, ma spinti da catene che nascono negli Stati Uniti.
Messi sulla strada praticamente senza nessuna tutela, negli ultimi 18 mesi hanno incrociato le braccia, hanno incontrato membri del Governo e dell’opposizione per chiedere che il loro lavoro sia regolamentato.
Quello che lamentano infatti è che siano di fatto una categoria non protetta e sottopagata. Non per niente è composto dalla triade delle meraviglie: giovani ragazzi italiani, giovani extracomunitari senza lavoro, e over 50 italiani disposti a rimettersi in gioco avendo scoperto che la povertà è stata superata ma non avendolo ancora constatato quando vanno a guardare il proprio conto corrente
Da mesi per questo sono in guerra con Il ministero dell’economia, con le aziende che hanno fatto un business delle consegne di cibo negli uffici in pausa pranzo e nei Week end a casa dei cittadini delle grandi metropoli. Pagati 2,50 Euro a consegna, costretti a inzupparsi sotto l’acqua quando piove o a stare in bici quando ci sono 35° gradi, i Rider chiedono paghe più dignitose e rispetto da parte dei clienti. Tra loro ci sobo utilizzatori finali piuttosto noti. I così detti Vip del mondo dello spettacolo e del calcio
Molti di loro non pagano la mancia neppure quando ad arrivare nelle loro lussuose dimore sono giovani ragazzi stranieri pieni d’acqua dopo una consegna posta in essere sotto l’acquazzone. Adesso gli stessi Rider hanno composto una black list dei ricconi che hanno il braccio corto. E l’hanno messa in rete.
Un goal in rovesciata, che ha colpito il pubblico, informato in realtà dell’avvio. Chi più guadagna, meno declina la consuetudine a sostenere chi ha meno, anche se ci sono importanti eccezioni.
Quindi: coraggio ragazzi, a quanto pare la periferia milanese fa il suo compito e lascia molte più mance. Adesso è venuto il momento di chiedere ai ricconi del centro di Milano di non fare i milanesi imbruttiti. Fuori la grana, e vai con la mancia. Taac.
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