Milano Positiva, fuori la mafia dallo Stato

Più di 3500 intimidazioni dal 2006 ad oggi. Ventidue colleghi giornalisti sotto scorta nell’anno del Signore 2019. L’ultimo in ordine di tempo Paolo Berizzi di Bergamo. La mafia continua ad estendere i suoi tentacoli e lo fa sopratutto al Nord dove cerca di mescolarsi all’economia legale. Mantenendo la tradizione di concludere i suoi affari secondo le proprie modalità. Quando il cliente dice no gli si fa dire di si con l’intimidazione. Sono Davide Vampiri ed Ester Castano, 26 anni il primo, lombardo con origini calabrese, 28 la.seconda milanese con origini sicula a raccontare che solo nelle ultime settimane sono state decine gli arresti di mafia in Italia. Estorsione, sequestro di persona, minacce, dal Veneto alla Lombardia è la vecchia Padania di Bossiana memoria a rimanere vittima della violenza mafiosa. In particolare, ricorda un veterano presente all’Auditorium Gaber che celebra la giornata della memoria dei giornalisti vittime di mafia, Sandro Ruotolo, è stato il Nord che ha cercato quegli uomini nel sud che potevano stoccare i rifiuti in modo illegale e a costi bassissimi, proprio perché contra legem. Ed in questa commistione si nasconde il vulnus di una cultura criminale che ha ormai attecchito. Ester e Davide raccontano come hanno cominciato la loro attività di cronisti. Ester, che oggi lavora a Lapresse come cronista, racconta come a soli 19 anni è venuta a contatto con questa realtà criminale sul territorio della provincia di Milano che ha da molti anni insediamenti criminali che inquinano l’economia. Cosa Nostra, prima, oggi l’ndrangheta sono entità fortissime in grado di inquinare anche il clima politico e dunque l’intera società. Per questo bisogna combattere e non abbassare mai la guardia sostenendo la categoria di quei giornalisti che fanno un lavoro prezioso e che per questo o non sono pagati o sono pagati 3 euro a pezzo. Forse questo è lo stigma del nostro disgraziato paese. Coloro che sanno fare con competenza sono ai margini. Nessuna sorpresa allorquando i magistrati muoiono sotto casa o in autostrada e lo Stato negozi a con i loro assassini. Nessuna sorpresa pensando al ponte di Genova e ai morti dello scorso Agosto. Lo Stato dovremmo essere tutti noi che ne facciamo parte. Comanda però il braccio violento. Meno pistole e più azioni in borsa. Anche la mafia si è digitalizzata. Anche se Ester Castano ammonisce: “Nelle province sono ancora coloro che hanno una bassa istruzione e parlano il dialetto e la l’italiano in modo precario, a comandare”