Milano Positiva, il lavoro prima di tutto

Milano Positiva, il lavoro prima di tutto

Non dovrebbe essere compito dell’associazionismo e del volontariato occuparsi di trovare un posto di lavoro a chi non lo ha o a chi l’ha perso. Rimane tuttavia una priorità nazionale. Milano Positiva festeggia il suo primo successo. Siamo riusciti a trovare un’occupazione ad un giovane ragazzo africano, regolarmente in Italia con permesso di soggiorno, poco più che ventenne, laureato in economia e con un master in business administration e che parla tre lingue. Quella madrelingua, l’inglese e un pò d’Italiano. Guadagnerà meno dell’assegno previsto per il reddito di cittadinanza, per sei giorni alla settimana di lavoro. È la cosa che però lo ha reso felice. “Non è un problema saltare il pasto, mi ha detto qualche giorno fa, ho 23 anni e sono nelle condizioni di farcela anche quando non mangio. Per me il problema è non avere un’occupazione, perché sono disposto anche a fare lavori umili pur di lavorare. In Libia ho fatto il saldatore, e ho poi lavorato nei campi a raccogliere patate. Giunto in Italia ho lavorato in una macelleria. Qualunque lavoro, Max, va bene. Purché possa farlo con le mie braccia ed in modo onesto”. Andrew ha un permesso che scadrà a Marzo 2019. Avrà un posto da barista, sei mesi il primo contratto, pronto a fare qualunque cosa all’interno della sua nuova realtà. Questo è quello che offre il mercato, ma quando non sai come.mettere insieme il pranzo con la cena va bene anche uno stipendio basso, “Purché sia onesto”. Andrew è cattolico ed ha la pelle nera e non ha mai accettato di commettere reati, si è sempre rifiutato di prestarsi quale manovalanza alla piccola e grande criminalità a seguito della sua condizione. Al contrario, ha preferito sistemarsi davanti a qualche bar o a qualche supermercato; e mentre chiedeva qualche moneta per la sua sopravvivenza, accompagnava le signore con le borse della spesa oppure si prestava a spazzare le sporcizia davanti al bar. Dava segnali di stare cercando un lavoro, senza disturbare. Ci siamo conosciuti così io e lui. Un giorno, mentre si prestava a dare una mano, abbiamo cominciato a parlare in inglese. Siamo diventati amici. Mi sono speso subito perché Milano Positiva lo potesse aiutare. L’ho accompagnato a diversi appuntamenti, ho incassato con lui diversi “no” . Finché finalmente domanda ed offerta si sono incrociate. Benvenuto in Italia, ragazzo. E adesso coraggio, fatti largo. Avanti il prossimo. Giovane o avanti con l’età, compatriota o forestiero, qui c’è gente che pensa che non si possa essere felici se non lo sono anche gli altri. Se vuoi cambiare il mondo, comincia da quello più vicino a te.

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