Warning: The magic method Vc_Manager::__wakeup() must have public visibility in /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/js_composer/include/classes/core/class-vc-manager.php on line 203 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/js_composer/include/classes/core/class-vc-manager.php:203) in /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/onecom-vcache/vcaching.php on line 595 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/js_composer/include/classes/core/class-vc-manager.php:203) in /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/onecom-vcache/vcaching.php on line 603 Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-content/plugins/js_composer/include/classes/core/class-vc-manager.php:203) in /customers/d/e/3/milano-positiva.it/httpd.www/wp-includes/feed-rss2.php on line 8 Case Popolari – Milano Positiva https://www.milano-positiva.it vivi, conosci, partecipa Thu, 23 Apr 2020 07:21:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://usercontent.one/wp/www.milano-positiva.it/wp-content/uploads/2017/11/logo-512-100x100.jpg Case Popolari – Milano Positiva https://www.milano-positiva.it 32 32 141698440 Il dialogo negato e l’ottimismo della ragione https://www.milano-positiva.it/2018/10/19/marcos-il-dialogo-negato-e-lottimismo-della-ragione/ Fri, 19 Oct 2018 15:41:37 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=867 L'ottimismo non è solo Quello di facciata usato dal marketing ma anche quello vero: per esempio quello di Marcos che malgrado costretto in carrozzella non si arrende: vuole studiare]]>

Dialogo negato. Faccio subito una premessa. In quest’intervista in cui ascolto e dialogo con il papà di un ragazzo disabile, Alessandro, e poi con lo stesso ragazzo, Marcos, l’intento non è quello di biasimare la scuola in cui Marcos si trova. Proprio per questo ho scelto di non citarla, e di non fare il nome della sua dirigente e dell’insegnante di sostegno. Durante l’intervista sia papà Alessandro, sia Marcos raccontano di voler lasciare la scuola.

Nelle scorse ore si è appurato che per uno studente come Marcos, trovare un’altra scuola non è agevole. Soprattutto però quello che non voglio è bullizzare o sottoporre al pubblico ludibrio la scuola. Quello che intendo fare, invece, è raccontare una storia che provi ad avvicinare le parti e soprattutto consenta a Marcos di poter continuare gli studi e a non dovervi rinunciare.
Ciò detto, in quest’intervista vedrete un padre di famiglia che mi spiega che la malattia del figlio costituisce una difficoltà per la scuola e per i suoi insegnanti. Mi spiega anche però che lui, come uomo, è pronto ed ha la necessità di trovare un dialogo con la scuola. All’occorrenza può rendersi lui stesso utile al figlio in alcuni spostamenti interni all’edificio qualora vi fossero dei problemi di deambulazione, che nel caso di Marcos sono comunque sempre previsti in carrozzella.
Marcos non può camminare. Deve essere assistito quando va in bagno o quando mangia. Ma questo non fa di lui un disabile. La sua mente è fresca, è lungimirante, è saggia. Questo ragazzo produce un pensiero anche più grande per l’età che ha. Ad un certo punto a fine intervista dice una cosa bellissima: “Io ho bisogno del dialogo, per me il dialogo è tutto”. Un ragazzo di 16 anni che invoca, prega la scuola di imparare a dialogare con lui.
Marcos e suo padre sono una coppia di incredibile bellezza. Durante l’intervista, il corpo sghembo di un ragazzo che ha gli ormoni e l’intelligenza, la foga e l’entusiasmo di un qualunque ragazzo di 16 anni, lo porta a divincolarsi dai lacci che lo tengono legato alla sedia. Il gesto dolcissimo del padre, che nell’accudire suo figlio gli prende la sua mano destra e la tiene legata e stretta alla propria è la dimostrazione compiuta e visibile di quali valori siano parte della famiglia Cappato. Sulla base di questo ho deciso di pubblicare, anche se nelle ore successive all’intervista Alessandro e Marcos hanno preso atto di non poter surrogare la scuola in cui Marcos si trova con un’altra equipollente. Per cui il ragazzo, la dirigente e l’insegnante di sostegno dovranno per forza parlarsi. È lo sforzo che deve fare la scuola, per rendere migliori i nostri ragazzi. È anche vero che spesso i dirigenti si trovano sul groppone enormi responsabilità e buste paga leggere, troppo leggère. Ciò non toglie che compito delle istituzioni è aiutare proprio ragazzi come Marcos. Per questo il dia-logos costituisce un elemento troppo importante per decidere di lasciar perdere. Dico di più: Marcos sa di essere un rompicoglioni. E consentitemi di dirlo: ci mancherebbe pure non lo fosse. Chi non lo sarebbe, costretto a vita su di una seggiola e bisognoso di sostegno anche per mangiare? Le sue mani sono anchilosate, piegate: ma sono bellissime perché si muovono e reclamano l’attenzione di qualunque ragazzo di sedici anni. Sono la dimostrazione che le forme dell’amore, sono diverse. E che il linguaggio può contribuire a estendere l’amore, a dispiegarsi in forme e in modi inattesi. Spesso perdiamo di vista cosa sia l’umanesimo. Sembra una parola vuota. Invece Marcos ha riempito quello spazio con una, sua, parola: dialogo. Non spezziamo questo filo. Rendiamolo vivo. Qui stiamo coltivando un’anima che ha una dirittura morale che può diventare paradigma collettivo
Portiamo con noi i valori che questo ragazzo ci sta insegnando. Portiamolo nelle sua scuola e anche in altre scuole. Marcos è un corpo incatenato a una sedia ma ha un’anima libera. Non lasciamolo da solo.

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Partecipazione vuol dire Essere https://www.milano-positiva.it/2018/10/12/partecipazione-vuol-dire-essere/ Fri, 12 Oct 2018 10:22:26 +0000 https://www.milano-positiva.it/?p=854 Aiutare l'altro da sè significa avere coscienza del disagio, spesso invisibile, accanto a noi]]>

Milano Positiva nasce come un incubatore di buone volontà e di buone notizie. L’accorpamento di teoria e pratica, figlie del pragmatismo ambrosiano. L’impegno in prima persona, inteso non come appartenenza dogmatica ad una famiglia sociale o politica, ma come espressione di una responsabilizzazione individuale. La partecipazione come indice di libertà. In questo contesto il contributo di chiunque diventa valore aggiunto. Milano, e il Municipio II, da dove parte questa forma di partecipazione attiva vuole offrire un contributo, diventa in questo modo un benchmark di riferimento. Già ma di cosa si dovrà occupare colui o colei che decidesse di donare parte del proprio tempo come contributo fattivo a Milano Positiva?

Il sostegno può essere manifestato in diversi modi. Le criticità sistemiche sono moltissime. Pensate soltanto ai problemi relativi agli alloggi popolari che hanno congenitamente una serie infinita di problematiche a partire da quelle della sicurezza. Approfondendo il tema degli alloggi popolari si potrebbe scoprire ad esempio che ci sono famiglie costrette in condizioni igienico sanitarie che definire precarie, è certamente riduttivo. Come riduttivo è far finta di non vedere le condizioni ad esempio della famiglia Angelillo, del Municipio 8, nota alle cronache per la lettera scritta da uno dei 5 figli di Lisa e Giuseppe, recentemente scomparso, al programma le Iene. Martino denunciava le condizioni di invivibilità della loro casa: 40 metri quadri, una cucina che è un rabbocco, e il bagno stretto al punto che bisogna essere dei ginnasti per praticarlo, oltre che temerari: manca il bidet e l’impianto di riscaldamento.

Che si può fare, allora? Intanto essere coscienti che l’indigenza non è un fenomeno mediatico, ma una condizione reale. Spesso invisibile, perché il disagio non matura mai la consapevolezza di dover uscire allo scoperto. Anche se Lisa Angelillo e i suoi 5 figli, Antonia, Maria, Domenico, Michele, Angelico oggi hanno trovato quest’audacia per una condizionr di necessità non più procrastinabile. Milano Positiva non è solo una lettura divulgativa a favore di chi ama osservare quanti agiscono sul territorio. È anche una modalità per pungolare le coscienze di ognuno di noi, su quanto c’è da fare. Molto, tanto, troppo. Wake up, guys. Forza, che c’è tanto da fare. Fare del bene, fa stare meglio. Gli altri, ma anche te stesso

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