Immigrazione: la differenza tra solidarietà e sicurezza

Immigrazione: In Via Padova a Milano è scoppiata la polemica. C’è una questione di sicurezza, ha fatto sapere il Comitato Via Padova Viva ( niente a che vedere con Italia Viva di Matteo Renzi)

Sono le donne ad aver alzato la voce in questo caso. Il degrado di Via Padova si registra allorquando una donna alle 7.00 del mattino di un giorno feriale s’imbatte, soprattutto all’angolo di Via Giacosa e di Via dei Transiti, con diversi ragazzi sudamericani completamente ubriachi.

C’è un necessario bisogno di sicurezza da parte di chi, uomo o donna che sia, si reca la mattina al lavoro. Nelle ultime settimane in Via Padova si sono registrati oltretutto due stupri e la tensione è salita a livelli molto alti.

È anche vero tuttavia che molte di queste persone che costituiscono una molestia potenziale ( ed in alcuni casi compiutamente agita) appartengono a quella folla di esseri umani che non soltanto scappano da nazioni in cui il tenore di vita non garantisce la sussistenza personale minima; ma arrivano fin qui per un tasso di denatalità tale, da non vedere più garantita la certezza che gli italiani tra 50 anni ci siano ancora e costituiscono anche una necessità occupazionale alla luce del fatto che molti lavori gli italiani tendono a non volerli fare ( e non parliamo solo del lavoro di lavapiatti o di pulizia dei sanitari; parliamo di attività come il fabbro o l’idraulico o il tapparelliere che stanno scomparendo all’ombra del tricolore)

La complessità dell’immigrazione porta di conseguenza ad un dilaniante quesito: fino a che punto l’immigrazione può essere trattata solo come un’emergenza sicurezza e non come un effetto della storia, la cui risposta debba necessariamente passare anche da una risposta politica? Perché se è vero (ed è vero) che il ragazzo ubriaco costituisce un oggettivo pericolo, è anche vero che ci sono decine d’imprese e di Srl che si chiamo Mohammed o Yuang e dicono che sul territorio arabi e cinesi costituiscono una risorsa oggettiva.

Ed allora se da un lato è giusto chiedere misure severe verso chi non rispetta i nostri codici (civile e penale) è giusto però che generando Pil abbiano poi il diritto di veder riconosciuto lo Ius soli per sé e soprattutto per i propri figli. Allora potremo dire “prima gli italiani”. Prima il rispetto della legge per l’italiano per Ius sanguinis e per l’italiano per Ius Soli. Allora si che che la sicurezza diventa solidale. Se stabiliamo che i diritti valgono per tutti.

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